Gazzetta di Modena

Modena

Il caso

Porta gli esami alla Casa della salute di Cavezzo ma i valori li legge... l’impiegata

Chiara Marchetti
Porta gli esami alla Casa della salute di Cavezzo ma i valori li legge... l’impiegata<br type="_moz" />

Gibertoni: «È stata l’addetta a decidere se il caso fosse urgente»

06 settembre 2023
2 MINUTI DI LETTURA





Cavezzo Rafforzare il legame medico di base-paziente «garantendo una vera presa in carico», soprattutto data la «costante crescita della situazione di disagio vissuta dagli assistiti, in particolare dai soggetti più anziani». A sollecitare la giunta regionale è Giulia Gibertoni del gruppo Misto, che nella sua interrogazione ha puntato i fari sulla «ormai diffusa disaffezione del medico di medicina generale nei confronti del paziente, che deve fare i conti con la circostanza per cui il medico di base è figura di riferimento e ha un ruolo imprescindibile per la tutela della salute di ogni cittadino».

L’intervento di Gibertoni arriva puntuale dopo un episodio avvenuto recentemente presso la Casa della salute di Cavezzo e da lei stessa riportato. «Una paziente anziana – ha raccontato la capogruppo – si è recata allo sportello della segreteria della Casa della salute chiedendo di parlare con la propria dottoressa in merito agli esiti di esami specialistici appena effettuati. A quel punto l’impiegata a cui si è rivolta ha cominciato un interrogatorio sui suoi problemi di salute per decidere se fosse davvero urgente o meno».

Un comportamento inaudito secondo Gibertoni. «Al termine dell’interrogatorio, l’impiegata stessa avrebbe telefonato al medico di base della signora e, dopo cinque minuti di conversazione, le avrebbe risposto che poteva fissarle un appuntamento a tre settimane dalla richiesta e, se fosse stato il caso, una volta letti gli esami la sua dottoressa le avrebbe telefonato». Un episodio che fa riflettere ma, a fronte del caso specifico riportato, la consigliera sottolinea anche come «ormai nessun medico di base esegua visite a domicilio, nemmeno nei casi più gravi e motivati» e di come i pazienti siano costretti ad andare di persona «presso lo studio del proprio medico di medicina generale per consulti senza alcuna visita, con tutti gli inconvenienti del caso».

Gibertoni ha concluso quindi la sua interrogazione auspicando una migliore presa in carico del paziente anche tramite il miglioramento della formazione obbligatoria specifica «con un approccio maggiormente rivolto al rispetto e alla tutela del paziente, rendendola anche permanente durante l’intero esercizio della professione».