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In viaggio dall’Albania a Modena: i dottori così le salvano la vita

Carlotta Fornaciari
In viaggio dall’Albania a Modena: i dottori così le salvano la vita<br type="_moz" />

La 54enne colpita da un timoma invasivo che nel suo Paese non trova rimedio

08 settembre 2023
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Prima la diagnosi di un timoma invasivo e la notizia che nel suo Paese, ovvero in Albania, non può essere curato.

Poi un barlume di speranza: la figlia, residente nel modenese, si mette in contatto con la Chirurgia Toracica di Baggiovara, e scopre che a Modena c’è qualcuno che può intervenire e salvarla.

Alla fine le conferme: l’intervento ha successo, inizia la guarigione.

La paziente di 54 anni, che fino ai primi mesi di quest’anno aveva sempre goduto di un’ottima salute, inizia ad accusare tosse e dispnea anche in seguito a sforzi minimi, tanto da essere sottoposta ad accertamenti nel proprio paese.

L’esito degli esami è chiaro: si tratta infatti di una forma rara di timoma invasivo del diametro di 8 centimetri con metastasi al polmone, non operabile dall’equipe di medici curanti albanesi.

Finché, in occasione del compleanno del nipotino a Modena, non le capita sotto gli occhi un biglietto aereo per l’Italia: durante il suo soggiorno, la figlia contatta l’ospedale di Baggiovara, poi arriva l’esito della discussione tra i chirurghi del team.

La decisione all’unisono prevede un intervento per la rimozione della massa tumorale del mediastino: inizia così la cooperazione tra i migliori professionisti del reparto di Chirurgia Toracica di Baggiovara, dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena e dell’Hesperia Hospital, che avrà come risultato il successo di un’operazione incredibilmente complessa.

«Si tratta di un formidabile esempio di come un percorso multidisciplinare così articolato debba essere eseguito con perfetta sincronia tra i vari team che seguono il paziente. Anche visto l’interessamento cardiaco, l’intervento si presentava particolarmente complesso, così abbiamo avuto l’accortezza di rivolgerci a Hesperia per una collaborazione a 360 gradi - racconta il professor Stefani - una volta eseguito l’intervento, la paziente è tornata in reparto da noi per la fase successiva del processo di guarigione che prevede chemio e radioterapia».

“Patient First” è lo slogan che ha ispirato la pratica clinica della squadra di chirurghi:

«La nostra priorità è di fornire supporto al paziente per garantire il trattamento delle patologie nelle massime condizioni di sicurezza - spiega il cardiochirurgo Davide Gabbieri - viste le caratteristiche anatomiche e anatomopatologiche, il nostro compito era quello di garantire il percorso più sicuro ed efficace possibile. Anche la fase post-operatoria ha richiesto a sua volta collaborazione tra i team, per cui è stato svolto un lavoro eccellente».

«Una cooperazione ad alti livelli che stringe la mano all’integrazione tra il settore pubblico e privato, sempre con il fine di offrire ai cittadini un servizio di ottima qualità - spiega il dottor Vagnini - e che apre la pista a tutte le chirurgie che a Baggiovara e a Modena troveranno un punto di riferimento.

«È un riconoscimento non solo per il nostro lavoro, ma soprattutto per aver creato le condizioni di guarigione a una paziente a cui erano state negate fuori dai confini italiani».

E finalmente, i sorrisi e ringraziamenti della paziente e della figlia sembrano dimostrare che l’Odissea che hanno attraversato è giunta a conclusione.