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Turista da Guinness: «Da sessant’anni tutte le estati in ferie a Pavullo»

Daniele Montanari
Turista da Guinness: «Da sessant’anni tutte le estati in ferie a Pavullo»<br type="_moz" />

Antonio Dodero, la prima volta con la Seicento nel ’63

08 settembre 2023
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Pavullo Da 60 anni viene tutte le estati a fare la villeggiatura a Pavullo. Già così è una roba da Guinness, ma lo è doppiamente se si considera che lui ha 88 anni (89 a novembre) e arriva ancora in macchina da solo da Genova.

È la storia d’altri tempi di Antonio Dodero, che sta trascorrendo gli ultimi scampoli di questa estate a Verica. L’anno “fatale” per lui fu il 1963. Allora conobbe a Genova Isabella Isnardi, originaria di Montese. Suo papà Augusto Isnardi aveva sposato Anita Cantergiani di Verica. Erano emigrati in America dopo la guerra ma d’estate ritornavano sempre nella casa di lei. E così, diventato amico di Isabella, Antonio decise di venirla a trovare a Verica nel 1963. Da allora lo ha fatto tutti gli anni, e anche in questo: è andato a prenderla a Milano e dall’inizio dell’estate sono lì, nella casa della mamma. «Penso che tornerò a Genova a ottobre, come ho sempre fatto – spiega Antonio – io trascorro anche dei 4-5 mesi qui in mezzo al verde di Verica, che è stupendo. E la mattina prendo la macchina e vado a fare un giro a Pavullo, paese che ho imparato ad amare come se ci fossi nato. È come una piccola Cortina per me, i paesaggi che si attraversano con la macchina salendo da Verica non hanno nulla da invidiare a tanti più celebrati. E sono sempre rimasto colpito dall’attaccamento dei pavullesi alla loro terra: io ho lavorato per Costa Crociere, ho girato il mondo. Ma un attaccamento così genuino l’ho trovato in poche parti, davvero».

La storia degli inizi della villeggiatura è quasi da film. «Nel ’63 venni la prima volta da Genova con la mia 600 nuova – racconta – le feci il rodaggio facendo tutto il viaggio ai 60 orari. Allora Pavullo era ben lontana dall’essere la cittadina di adesso, ma il posto mi piacque subito, come mi piacque tanto Verica. Augusto Isnardi, il padre di Isabella, mi prese a voler bene come un figlio. Così io che ero venuto con l’intenzione di sposare Isabella, alla fine divenni un po’ il suo settimo figlio (4 femmine e due maschi i figli della coppia, delle sorelle è rimasta solo Isabella, ndr). Era un uomo molto colto (morto nel 2009 a 101 anni), mi ricordo che una volta mi lesse tutto Platone. Lui era originario di Montese, e mi raccontava che ai tempi della guerra aveva visto i tedeschi che in ritirata minavano tutta la strada da Montese alla fondovalle. Si era segnato i tutti punti, e diede indicazioni fondamentali agli Alleati quando passarono. Poi con la moglie Anita Cantergiani andarono in America, e là vive ancora loro figlio Paolo, nel Maine».

I genitori rientrarono in Italia nel 1968, e decisero di ricostruire la casa di Anita (poi scomparsa nel 1997) a Verica. A quel punto Antonio li raggiungeva in tutte le stagioni: «Sono venuto anche d’inverno – nota – ricordo che una volta negli anni ’70 portai una delle figlie Isnardi, Giovanna, a trovare a Miceno l’amica Maria Minelli, sorella dell’allora sindaco Giuseppe Minelli. C’era una neve… Beh, è successo che finii in un fosso. Giovanna chiese aiuto a Maria Minelli e lei chiamò tale Roberto Rubbiani, che poi seppi essere direttore dell’ospedale di Pavullo. Lui venne, legò la sua macchina alla mia e mi tirò fuori. Mi è rimasto sempre in mente: di domenica, venne ad aiutare un perfetto sconosciuto come me, e fu gentilissimo. Ecco, di Pavullo mi è sempre piaciuta tanto anche la sua gente. Ed è per questo che, finché potrò, qui tornerò sempre».