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L'annuncio: stop alle assunzioni fino a gennaio

Sanità a Modena, dopo i bilanci in rosso è l'ora dei tagli

Gabriele Canovi
Sanità a Modena, dopo i bilanci in rosso è l'ora dei tagli

Il direttore generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria, Claudio Vagnini: «Covid? Nel Modenese 30 ricoverati»

19 settembre 2023
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Modena Il direttore generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria, Claudio Vagnini, preferisce andare dritto al punto. E lo fa anche sul delicatissimo tema dei bilanci in rosso. Non è notizia di oggi che i conti delle Aziende sanitarie della regione sono in negativo, lo sono invece le scelte (obbligate) dell’Ausl e degli ospedali che hanno dovuto inevitabilmente tagliare. «Abbiamo contingentato il personale e bloccato il turn-over, quindi bloccato le assunzioni almeno fino a fine anno - spiega Vagnini - mancano i soldi del Covid, dell’inflazione e quelli per l’aumento dei costi dell’energia». Si diceva di andare diretti al punto. Il dg Vagnini fa anche sul tema delle visite programmate da tempo: «Sulla parte chirurgica stiamo andando meglio della media regionale e abbiamo recuperato la stragrande maggioranza degli interventi che erano stati

lasciati indietro senza doverne annullare altri. In questa struttura, ci tengo a specificare, dovremmo operare solo casi di secondo o terzo livello. Purtroppo, ci arrivano anche pazienti che necessitano interventi primari e stare dietro anche a questi è difficile. Un esempio? Banalmente, ernie ed emorroidectomie, che stiamo indirizzando verso altre strutture». Le difficoltà quindi, vista anche la situazione sul personale, esistono: «È evidente - sottolinea - lo dico anche ai cittadini, che devono capirlo. Siamo in una situazione difficile. E, soprattutto, bisogna smetterla con la storia che tutti hanno urgenze, perché sennò non sopravviviamo davvero: noi garantiamo sempre la prestazione a chi ha urgenze serie. Quando le urgenze non sono urgenti, appunto, i tempi si allungano». Qui l’invito di Vagnini è forte e chiaro: «Il servizio sanitario è provinciale e bisogna che la gente, quando trova disponibilità in provincia, penso a Mirandola o Pavullo, la occupi in maniera consona e non aspetti posti nel capoluogo. Liste d’attesa? Sono stati fatti passi in avanti e abbiamo raggiunto l’attività che facevamo nel 2019». Infine, non si dimentica certo del Covid: «Abbiamo 30 pazienti ricoverati, ma nessuno in Terapia intensiva. Sono persone con sintomatologie che vanno dalla zona intestinale a quella delle vie respiratorie. Questa virosi sta crescendo: si indossino le mascherine nei luoghi affollati»