Concordia. La perizia: «Alice trafitta almeno 5 volte»
Nel cuore della 32enne trovato un frammento osseo di circa un centimetro dovuto ai colpi
Concordia Almeno cinque o sei colpi da arma bianca, di cui uno al cuore. È morta così Alice Neri, trovata carbonizzata nel baule della propria auto a Fossa di Concordia il 18 novembre scorso. Il frammento osseo trovato all’interno del cuore è di circa un centimetro: un colpo violentissimo. È quanto trapela dall’incontro che si è tenuto ieri mattina all’istituto di medicina legale di Milano dove la dottoressa Cristina Cattaneo, consulente nominata dalla Procura, ha incontrato consulenti di parte e avvocati coinvolti nel caso. Cattaneo deve ancora terminare la propria relazione, ma al momento ciò che emerge è la violenza con cui l’assassino della donna ha infierito sul suo corpo. Un brutale femminicidio, che sarebbe confermato dalle lesioni ritrovate sui pochi resti che è stato possibile analizzare. Una falange (non si sa di quale mano), due o tre vertebre (sia lombari che una toracica) e, sembrerebbe, una costola. Il numero di presunti colpi – non è stato definito quale sia stata l’arma usata, potrebbe essere un coltello o perfino un cacciavite utilizzato con particolare violenza – si riferisce ai reperti analizzati. L’inquietante ipotesi è che siano stati molto di più, a partire da quelli inferti sui tessuti molli di cui non è rimasto quasi nulla a causa del rogo. L’unico indagato è Mohamed Gaaloul, 29enne tunisino attualmente in carcere assistito dall’avvocato Roberto Ghini.
«Se venissero confermate queste almeno cinque o sei ferite da una ipotetica arma da taglio – commenta Ghini – credo cambi tutto. C’è da chiedersi dove sia finito il sangue. Com’è possibile che Gaaloul sia l’autore senza avere una goccia di sangue sui vestiti e sul borsello? Dal mio punto di vista, davanti a queste informazioni si rafforza la mia ipotesi e cioè che siamo di fronte a un potenziale errore giudiziario».
«All’incontro di oggi – così l’avvocato Cosimo Zaccaria, che assiste la famiglia della giovane vittima – si è stabilita una morte violenta, con ogni probabilità riconducibile all’uso di un’arma bianca. Bisognerà attendere gli esiti definitivi della perizia. Ancora non vi è stata alcuna valutazione sulla tipologia di arma bianca, tipologia che è estremamente ampia: potrebbe essere un oggetto di ridotte dimensioni utilizzato con estrema violenza. Ad ormai ad undici mesi di distanza dall’omicidio, che ancora non ha avuto il proprio degno funerale».
La criminalista Katia Sartori, consulente di parte per Nicholas Negrini, marito di Alice interviene: «Il frammento osseo trovato all’interno della cavità del cuore è grande circa un centimetro. Solitamente frammenti di certe dimensioni si trovano in corrispondenza dell’utilizzo di armi di certe dimensioni. Alice Neri è stata colpita da più fendenti. Questo implica che vi fosse una certa generosità di sostanza ematica dovuta all’efferato omicidio».
L’avvocato Antonio Ingroia assiste Negrini: «La dottoressa Cattaneo deve ancora depositare la relazione finale ma sostanzialmente oggi è stato confermato quanto aveva già anticipato: che l’arma del delitto è quasi certamente un grosso coltello utilizzato con violenza».