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L'intervista

Modena. Tullio, il docente di Unimore all’Onu: «Agevolare investimenti nel mondo»

Sara Terenziani
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 Il prof in Commissione Diritto Commerciale Internazionale

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Nuova eccellenza per l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, questa volta dal dipartimento di Giurisprudenza. Prestigioso riconoscimento per il professore ordinario di Diritto privato presso Unimore ed esperto di contrattualistica internazionale Antonio Tullio, di recente designato nella Commissione Diritto Commerciale Internazionale dalle Nazioni Unite, che contribuisce a rafforzare il ruolo di Unimore tra le università a vocazione internazionale.

Professore, in cosa consiste questa nomina?

«Sono stato chiamato a far parte della Commissione delle Nazioni Unite per il diritto commerciale internazionale, l'organismo cui aderiscono i rappresentanti governativi di tutti gli Stati aderenti all’Onu, istituito al fine di realizzare la progressiva armonizzazione e modernizzazione del diritto del commercio internazionale e della risoluzione delle controversie transnazionali».

In un mondo sempre più internazionale anche il diritto e la giurisprudenza devono trovare un modo per rimanere al passo coi tempi. Come ?

«Penso sia molto importante lo sviluppo di un quadro giuridico transfrontaliero per agevolare il commercio e gli investimenti internazionali».

E proprio con questo fine lei è anche entrato a far parte come esperto di contrattualistica internazionale del gruppo di lavoro “Dispute Settlement”.

«È un ruolo di responsabilità a stretto contatto con i rappresentanti governativi, i ministeri economici e di giustizia di tutti i paesi membri dell’Onu e con le principali organizzazioni internazionali del commercio e le camere arbitrali internazionali. I lavori si svolgono in due sessioni di una settimana ciascuna in seduta plenaria al Palazzo delle Nazioni Unite di New York e in quello di Vienna dove viene discusso il contenuto delle clausole dei contratti internazionali».

Cosa rappresenta per lei un’esperienza del genere?

«Qualcosa di unico. Un vero e proprio salotto culturale che ti apre al mondo e che permette una costante interazione con l’obiettivo di dare risposte concrete alle istanze che provengono dai Ministeri dell’economia e delle finanze dei vari paesi. Come? Creando una model law progettata per assistere gli stati nella riforma e modernizzazione delle loro leggi in tema di contratti».

Da professore universitario, in che modo pensa che un percorso di studi internazionale possa arricchire uno studente?

«Supporto le esperienze all’estero e credo che possano essere uno strumento di crescita culturale per aprire la mente, arricchendo il bagaglio di ogni studente e nel caso specifico del diritto penso che oggi sia fondamentale avere un’ampia conoscenza del diritto internazionale: ad oggi non confrontarcisi è quasi impossibile».

E come è possibile ampliare sempre di più queste forme di collaborazione internazionali?

«Credo sia sempre più importante attivare convenzioni con atenei o realtà industriali con sedi all’estero per favorire la mobilità: Un esempio? I dottorati di ricerca, come già accade da diverso tempo ad Unimore. Inoltre, penso sia molto importante rendere attrattiva la nostra università per gli studenti provenienti dall’estero. Credo che il livello dei nostri atenei sia già molto alto, ma si può ancora migliorare dal punto di vista dell’offerta di master post laurea».