Novi. La comunità riabbraccia l’oratorio San Giacomo a undici anni dal sisma
Tanti hanno partecipato alla cerimonia di domenica 9 ottobre
Novi Questo è uno di quei momenti che uniscono le comunità, specialmente se non si parla di metropoli ma di piccoli paesi di provincia.
È il caso di Novi, dove ieri è stata proprio una di quelle giornate. La cittadinanza ha infatti partecipato in massa alla riapertura al culto del piccolo Oratorio di San Gaetano da Thiene, situato proprio nel centro del paese, in corso Marconi. L’edificio è stato così restituito alla parrocchia e a tutti i novesi dopo i lavori di ripristino che si sono rivelati necessari a seguito del sisma del 2012.
Alle 11, il vicario generale della Diocesi di Carpi, monsignor Gildo Manicardi, ha poi presieduto la Santa Messa. A seguire, i tecnici che hanno condotto l’intervento di restauro si sono resi disponibili per illustrare la storia dell’Oratorio e le opere eseguite ai tanti che hanno partecipato all’inaugurazione.
L’intervento attuato è stato finanziato con i fondi della ricostruzione del Piano Opere Pubbliche della Regione Emilia-Romagna. Il coordinamento generale del progetto è stato affidato all’architetto Sandra Losi, direttore dell’Ufficio Patrimonio Diocesano-settore Ricostruzione; quello di Rup (Responsabile unico del progetto) all’architetto Mauro Pifferi; infine, all’architetto Paolo Colognesi e all’ingegner Paola Rossi il compito di progettare e dirigere i lavori. L’impresa appaltatrice che ha svolto i lavori è stata L’Arca srl - Modena.
La storia
L’Oratorio è intitolato a San Gaetano da Thiene (1480-1547), fondatore dell’Ordine dei Teatini, dedicatosi particolarmente agli ammalati e ai poveri, canonizzato nel 1671. La piccola chiesa fu fatta costruire nel “borgo vecchio” nella prima metà del ‘700 dal capitano Gaetano Caprara. Tutti i giorni il parroco, nel rispetto della volontà testamentaria del capitano e della moglie, celebrava messa per comodità degli abitanti del borgo, dato che la chiesa parrocchiale di Novi è situata al di fuori del centro del paese. Così ha fatto il parroco, don Ivano Zanoni, fino alla data del sisma, quando l’Oratorio è stato dichiarato inagibile.
Il restauro, oltre a riparare i danni causati dal terremoto, ha restituito alla facciata l’originario aspetto, alterato per ammodernamenti negli anni Quaranta e Sessanta del secolo scorso con la realizzazione di rivestimenti in mattoncini in cotto e in cemento e di un timpano che ha mascherato il reale sviluppo di falda. La volta a botte che occultava il tetto dell’aula è stata simbolicamente ricostruita con una struttura leggera in legno, con l’obiettivo di riproporre la testimonianza di quanto andato precedentemente distrutto.