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Modena, non ci sono più dottori: mancano quattro medici di famiglia

Modena, non ci sono più dottori: mancano quattro medici di famiglia

Assegnati solo tre incarichi dei sette vacanti: in provincia sono addirittura 46 i posti liberi. E scoppia il caso Paganine-Portile

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«Dei sette incarichi da medico di medicina generale pubblicati in città ne sono stati assegnati tre, ma confidiamo nel fatto che entro fine anno vengano conferiti anche i quattro incarichi ancora vacanti. Va però ricordato che gli assegnatari possono liberamente decidere dove aprire l’ambulatorio all’interno dell’ambito territoriale unico del Comune di Modena, frazioni comprese».

Lo ha detto l’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli, riportando le informazioni ricevute dall’Ausl, nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 12 ottobre rispondendo all’interrogazione della consigliera del Pd Mara Bergonzoni sulla preoccupazione dei cittadini di Portile e Paganine per la futura mancanza dei medici di base. La consigliera ha chiesto in particolare se il Comune ha una mappatura per l’assistenza medica delle due frazioni, «se e in che modo questa Amministrazione può agevolare la risposta ai cittadini delle due frazioni relativamente alla conferma del presidio mantenuto per tanti anni dai medici».

L’assessora Pinelli, precisando che in termini di assistenza medica il Comune può solo vigilare e segnalare problemi senza poteri di intervento, ha evidenziato che «non è pertanto possibile all’Amministrazione dare risposte in merito alla conferma o meno del presidio medico nelle frazioni di Portile e Paganine». Sulla situazione specifica, l’assessora ha riepilogato che «è attualmente presente un unico medico di medicina generale, che non ha la possibilità di accogliere altri pazienti, così come nella vicina frazione di San Damaso. Sul territorio comunale c’è possibilità di assistenza presso altri ambulatori, anche se un po’ meno vicini – ha aggiunto – per esempio è presente una Medicina di gruppo in strada Vaciglio centro, a distanza di circa 6 chilometri dalle due frazioni, dove lavorano quattro medici ed è garantita l’apertura giornaliera dalle 8.30 alle 19».

Pinelli, riportando le informazioni ricevute, ha quindi osservato che, «nell’attuale panorama regionale e nazionale di grave carenza di professionisti, compresi i medici di medicina generale, la copertura dei territori più periferici sta progressivamente diventando problematica. L’Azienda Usl – ha spiegato – programma la sostituzione dei medici di medicina generale cessanti, per sopraggiunti limiti di età o per dimissioni volontarie, provvedendo a pubblicare le cosiddette ‘zone carenti’ secondo le indicazioni della Regione; ma se si considera l’intera Provincia, nel mese di luglio sono stati assegnati solo sei incarichi rispetto a 52 banditi».

Pinelli ha ricordato che «la città di Modena, fino a oggi, ha sempre visto l’assegnazione di tutti gli incarichi tra il primo turno di assegnazione, in luglio, e il secondo, in ottobre. Nella maggior parte dei casi, gli assegnatari privilegiano la zona cittadina, soprattutto perché i medici neo-convenzionati scelgono di gestire l’ambulatorio in associazione con altri colleghi, costituendo le cosiddette Medicine di gruppo, in cui è possibile condividere spazi e personale di supporto, garantire la mutua sostituzione in caso di assenza e un’ampia copertura oraria giornaliera».

L’assessora ha infine aggiunto che l’Ausl «si sta adoperando per studiare soluzioni organizzative innovative che consentano di garantire un’assistenza sanitaria adeguata anche in assenza di prossimità dell’ambulatorio, ad esempio attraverso lo sviluppo della telemedicina e dell’infermieristica di comunità, e negli anni ha consolidato l’assistenza domiciliare per i pazienti più fragili o con impossibilità di spostamento».