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Modena. Dalla “modelleria meccanica” a una realtà da 1350 dipendenti

Modena. Dalla “modelleria meccanica” a una realtà da 1350 dipendenti

Con il via libera all’ampliamento sono previste 500 assunzioni in più

25 ottobre 2023
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I numeri fanno impressione, ma del resto è tutta la storia della modelleria meccanica - come recita ancora la vecchia scritta sull’insegna gialla - di via del Tirassegno a raccontare qualcosa di importante. Una storia che ha aggiunto un nuovo tassello nel giugno dell’anno scorso, quando il Consiglio comunale di Modena ha dato il via libera al progetto di ampliamento dello stabilimento situato nel quartiere Sant’Anna che produce componenti fondamentali per auto da sogno, dalla Ferrari alla Maserati, dalla Lamborghini alla McLaren. Una produzione che grazie all’utilizzo della fibra di carbonio ha trasformato la piccola azienda modenese nata nel ’59 in uno dei principali partner delle più grandi case automobilistiche mondiali, arrivando a contare 820 dipendenti.

Tornando al Consiglio del 30 giugno 2022, l’aula di piazza Grande ha approvato la proposta di delibera sul “Protocollo d’intesa tra Regione, Comune e Cpc group sull’ampliamento del comparto industriale produttivo e di servizi Cpc”. Protocollo che prevede «investimenti industriali per la realizzazione di un ampliamento del comparto produttivo e di servizi per circa 50mila metri quadrati, ma anche attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale finalizzate alla validazione di un processo automatizzato sostenibile, intelligente e ad alta efficienza produttiva di componenti automotive in materiale composito per l’alleggerimento strutturale di veicoli di nuova generazione».

Il documento prevede inoltre una serie di «collaborazioni tecnico-scientifiche con l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia volte a supportare la ricerca industriale e a incrementare le conoscenze negli ambiti industriali di riferimento e a favorire la formazione di profili professionali altamente qualificati per il settore automotive», oltre alla «realizzazione di una Academy volta alla ricerca sulla progettazione integrata per tecnologie di ricerca su tre aree tematiche, ovvero innovazione nei materiali per l’alleggerimento strutturale, applicazioni di metodologie e tecnologie digitali nell’innovazione di prodotto e processo legate in primo luogo al riuso e riciclo del carbonio attraverso soluzioni a basso impatto e bassa temperatura, e automazione e digitalizzazione dei processi produttivi e di controllo della qualità».

Un progetto che guarda al futuro dell’auto, con «lo sviluppo - si legge ancora nel protocollo tra Regione, Comune e azienda - di progetti che permetteranno di sviluppare e validare una metodologia di gestione integrata del processo di progettazione e produzione e di Design for sustainability e life cycle assessment di prodotti e processi che consentano a Cpc di offrire efficacemente alle aziende della filiera automotive soluzioni progettuali innovative».

Per quanto riguarda i numeri, come previsto dal documento approvato dal Consiglio, «l’ammontare stimato per la realizzazione degli interventi è pari a circa 350 milioni di euro, di cui circa 340 milioni di investimento industriale da realizzarsi nel sito produttivo di Modena e circa 10 milioni per attività di ricerca industriale da realizzarsi presso le unità locali site nel Comune di Modena nel periodo 2023-2027».

Numeri decisamente importanti anche dal punto di vista delle assunzioni: circa 500 quelle previste con il progetto di ampliamento dello stabilimento centrale. Oggi Cpc conta 4 sedi - oltre a quella di via del Tirassegno ci sono Bomporto, Camposanto e una sulla via Emilia - e ha raggiunto 820 dipendenti, con la prospettiva di passare a 1.350. Una bella evoluzione per una realtà che solo nel ’90, all’arrivo dell’attuale amministratore delegato Franco Iorio, di dipendenti ne contava 15, mentre la produzione era ospitata da due piccoli capannoni.