Gazzetta di Modena

Modena

L'intervista

Modena. Taissir, la prima mossa di Anselmo: «Nominato medico legale di fiducia»

Gabriele Canovi
Modena. Taissir, la prima mossa di Anselmo: «Nominato medico legale di fiducia»

L’avvocato della famiglia Sakka: «Vogliamo vedere la Tac»

3 MINUTI DI LETTURA





Nominare un medico legale di fiducia e vedere la Tac eseguita, non solo i primi risultati.

È la mossa dell’avvocato ferrarese Fabio Anselmo, che nei giorni scorsi è diventato il legale della famiglia di Taissir Sakka, il trentenne tunisino ritrovato cadavere vicino alla stazione dei treni oltre dieci giorni fa. Un caso per cui sono finiti sotto indagine sei carabinieri del Radiomobile di Modena: cinque per lesioni su Mohammed Sakka, fratello della vittima, uno per «morte come conseguenza di altro reato», ossia per le lesioni che potrebbero avere portato al decesso del 30enne.

Ad affidarsi all’esperto Anselmo è stato proprio il fratello del giovane scomparso, Mohammed, che da settimane sta provando con ogni mezzo in suo possesso a fare luce su un caso che presenta ancora troppi interrogativi. Su tutti, cosa sia successo in quelle sette ore di buio – alle 24.20 Taissir viene ripreso dalle telecamere, alle 9.30 il ritrovamento – nella notte tra sabato 14 e domenica 15 ottobre. Lo stesso Mohammed, tramite l’avvocato Anselmo lancia un appello: «Chiunque abbia visto o sappia qualcosa, si faccia avanti – dice il legale – Mohammed ed io vogliamo sapere la verità ed eventuali testimonianze oculari potrebbero risolvere diversi enigmi e unire i punti».

Anselmo, in questo ambito, è il massimo esperto: ha seguito e condotto in prima persona i casi di Federico Aldrovandi e Stefano Cucchi, saliti alla ribalta delle cronache nazionali negli scorsi anni: «Vogliamo vedere la Tac total body che è stata eseguita sul cadavere di Taissir – continua l’avvocato – non il referto o i primi risultati, ma, ripeto, la Tac. Per questo ho nominato il medico legale Mariano Cingolani come mio consulente di fiducia (il perito che ha seguito il caso di Pamela Mastropietro, ndr). Vogliamo avere in mano la Tac e lui la esaminerà, e non parziali risultati. Questo è solo il primo step e da qui può emergere la causa del decesso di Taissir. Tutto, insomma, dipende dalle analisi che effettuerà Cingolani. Dal canto mio, spero intanto di riuscire ad averla e, soprattutto, in tempi brevi».

In questo senso, l’esame della Tac può essere decisivo nella rilevazione di eventuali traumi sul corpo senza vita del trentenne tunisino. Traumi che sono stati refertati in ospedale al fratello Mohammed: «Sì, dopo quella tragica notte è stato in ospedale, dove i medici gli hanno dato tre giorni di prognosi – prosegue Anselmo – Aveva una ecchimosi sull’occhio. Come l’ho trovato conoscendolo in questi giorni? Mohammed è una persona a posto, una persona per bene. Chiaramente, è disorientato dopo quanto accaduto, chiunque lo sarebbe».

Mohammed che ribadisce di «essere stato picchiato dai carabinieri in caserma, dagli stessi che hanno picchiato anche Taissir» e che ora vuole sapere cosa è successo a suo fratello: «Taissir stava bene – conclude Anselmo – era giovane e in salute. Quel giorno (sabato 14 ottobre, ndr) era sano. Poi, qualche ora dopo è stato ritrovato senza vita all’interno di un parcheggio (in via Nicolò dell’Abate, all’interno dell’area del Filmstudio 7b, ndr). È legittimo l’appello che fa Mohammed: chi sa, parli. E lo faccia immediatamente».l