Sassuolo. Truffa d’amore al disabile: «Se mi paghi, ti trovo moglie»
La 56enne rumena lo avvicinò all’uscita dall’ospedale dopo una visita. Gli diede 8mila euro, ma l’amata non arrivò. Condanna a 2 anni e 6 mesi
Aveva promesso di trovargli una moglie se lui, un cinquantenne con problemi psichici residente a Castellarano, in cambio, le avesse versato del denaro.
Una 56enne rumena è stata condannata ieri a due anni e sei mesi, oltre al pagamento di una provvisionale di 12.500 euro e delle spese legali, per circonvenzione d’incapace. Sotto accusa anche il figlio della donna che si recava con lei a fare le elemosina: per lui, difeso dall’avvocato modenese Giorgio Pelliciardi, il giudice ha deciso l’assoluzione, mentre l’avvocato della 56enne, Mario Di Frenna del foro di Reggio, ha già annunciato che ricorrerà in appello.
Il fatto risale al 2017, quando la donna finì indagata per aver approfittato del cinquantenne, avvicinato mentre lui si stava recando in ospedale, per una visita di controllo. Lei era senza lavoro e si trovava lì vicino per chiedere l’elemosina. La donna, che si trovava con il figlio oggi 41enne, avrebbe carpito la fiducia della persona fragile, che viveva sola, promettendogli che tramite alcune conoscenze gli avrebbe procurato una moglie. Questo però in cambio di somme di denaro che sono state consegnate alla 56enne nel parcheggio di un supermercato di Sassuolo.
Sono stati diversi gli episodi in cui la donna ha ricevuto denaro dal cinquantenne: oltre 7.700 euro in assegni e il resto in contanti, nell’arco di un paio di mesi. Varie le scuse con cui sono stati chiesti i soldi: una volta aveva detto al disabile che la sua futura moglie era ferma in dogana (come se fosse stata una merce) e che servivano 2.000 euro per lasciarla passare. Poi che serviva altro denaro per acquistare il biglietto per il lungo viaggio in treno con cui sarebbe arrivata fino a lui. E poi altre scuse studiate di volta in volta, con cui è riuscita a carpire al malcapitato una somma rilevante.
Tuttavia, le aspettativa del cinquantenne sono state deluse: la donna e il figlio, infatti, si sono dileguati dopo aver ricevuto i soldi. La sorella della vittima, raccogliendo lo sfogo dell’uomo, ha fatto in modo che scaturisse la denuncia, supportandolo nella ricostruzione del doloroso episodio. L’indagine dei carabinieri ha portato a ricostruire il caso, raccogliendo elementi di prova tali da condurre al rinvio a giudizio di madre e figlio.
Quest’ultimo però, tramite l’avvocato Pelliciardi, è riuscito a dimostrare la sua estraneità ai fatti. Da parte sua, anche la madre, difesa dall’avvocato Mario Di Frenna, ha sempre respinto ogni accusa, dichiarandosi innocente. Ieri il pubblico ministero aveva chiesto tre anni di carcere per la donna e l’assoluzione per il figlio. Il giudice ha stabilito l’assoluzione per il figlio e la condanna due anni e sei mesi più provvisionale e il pagamento delle spese legali. Il caso verrà con tutta probabilità discusso di nuovo in appello.l
S.A.
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