Settimana corta anche alle medie? A Fiorano le scuole si “spaccano”
Alla Leopardi l’86% spinge per il cambiamento, alla Bursi il 55% invece vota controGenitori e docenti in pressing, il sindaco si sbilancia: «Sei ore sono un controsenso»
Fiorano Meglio un’ora in più al giorno a scuola per avere il sabato libero? Oppure è preferibile conservare il modello attuale, mantenendo la settimana lunga?
Nelle scuole medie fioranesi il dibattito sulla settimana corta è all’ordine del giorno. Tanto che a prendere posizione, con una lettera a docenti e genitori, è ora il sindaco Francesco Tosi.
Un testo in cui Tosi ribadisce come «in qualità di sindaco non potrò che prendere atto di ciò che verrà deciso». La posizione è tutt’altro che asettica. Il sindaco si dice infatti «molto preoccupato per la possibilità che la proposta (della settimana corta) venga accettata».
Tosi ricorre dunque a qualche aneddoto per avvalorare la tesi. «Quando insegnavo, speravo che non mi venisse mai assegnata la quinta ora di lezione, perché la differenza di rendimento, sia mio che dei ragazzi tra le prime e le ultime ore della mattinata, era fuori discussione – argomenta il sindaco – Pretendere di ricevere la stessa piena attenzione dei ragazzi dalle 12 alle 13, dopo aver già passato quattro ore di lavoro, è una cosa ingiusta prima ancora che assurda, come dimostra ogni evidenza di tipo psicologico e didattico. Ora si parla di aggiungere la sesta ora, dalle 13 alle 14».
Il sindaco sposta dunque l’attenzione dagli studenti agli insegnanti. «Un docente davvero interessato all’efficacia del proprio lavoro sulla formazione dei ragazzi, potendo scegliere, sceglierebbe di fare lezione le ultime ore della mattinata? Mi rifiuto di pensare che qualcuno faccia eccezione a una risposta negativa. Perché allora? – prosegue nel ragionamento – Ogni scelta ha un prezzo e i prezzi si pagano, nel bene e nel male. Il problema però è che in questo caso a pagare sarebbero i nostri ragazzi».
Pagherebbero i genitori della media Bursi per avere invece la settimana corta. Lo dimostra un sondaggio condotto nella scuola dell’istituto comprensivo 1.
L’86 per cento dei votanti si esprime infatti a favore dell’introduzione della settimana corta. A chiederlo con insistenza una fetta sostanziosa dei genitori e un numero consistente dei docenti concorda. «Abbiamo avuto una forte spinta dei genitori – commenta la preside dell’istituto comprensivo 1, Simona Simola – e anche i docenti si sono espressi a favore».
Simola precisa di non voler sollevare alcuna polemica con Tosi. Tuttavia, la preside si sente di aggiungere che «la didattica non peggiora con la settimana corta».
La dirigente ricorda casi limitrofi a Fiorano in cui la settimana corta è in vigore con benefici sia per gli studenti sia per le famiglie, senza dimenticare docenti e collaboratori scolastici.
Un altro clima si respira all’istituto comprensivo Bursi, dove il 55 per cento dei votanti al sondaggio promosso nell’istituto vuole mantenere lo “status quo”.
«Ci siamo presi un po’ di tempo per valutare gli impatti sulle attività didattiche ed extrascolastiche – osserva Ilaria Leonardi, preside dell’istituto comprensivo Bursi – come gli allenamenti sportivi e il doposcuola. Abbiamo incontrato le famiglie prima del sondaggio e ne condurremo un secondo, più approfondito del primo».
Entrambe le presidi ricordano che le decisioni saranno assunte dai rispettivi organi collegiali: il consiglio d’istituto e il collegio docenti.
Ambedue sperano che le due scuole si possano esprimere a un’unica voce. Un auspicio tutt’altro che teorico. Sarebbe più complicato per il Comune dover riorganizzare i servizi con due scuole medie a velocità differenti.
«Vogliamo procedere di pari passo con l’altro istituto – conferma Simola – Confidiamo si possano superare le difficoltà tecniche».
«Siamo in fase di valutazione per raggiungere una soluzione approvata da tutti – aggiunge Leonardi – sia dagli istituti comprensivi sia dal Comune».
Le due scuole stanno partecipando a un tavolo tecnico con il Comune per studiare variazioni ai servizi se passasse l a settimana corta.
Nel frattempo, Tosi ribadisce la sua linea. «Troverei incomprensibile per chi conosce la didattica e la scuola non sapere che prolungare le lezioni dalle 13 alle 14, per ragazzi tra gli 11 e i 14 anni, è un controsenso, un affronto alla qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento – sottoscrive il sindaco nella lettera a docenti e genitori – Dal mio punto di vista, ritengo impossibile per un docente sostenere che con le seste ore di lezione, e di conseguenza con pomeriggi più brevi oberati peraltro da maggior lavoro per il giorno successivo, la qualità della scuola e la preparazione dei ragazzi migliorino».