Gazzetta di Modena

Modena

Il caso

Modena. Protesta in centro contro la Tampon Tax

Ginevramaria Bianchi
Modena. Protesta in centro contro la Tampon Tax

In Pomposa per dire no all’aumento dell’Iva sugli assorbenti

02 novembre 2023
2 MINUTI DI LETTURA





Madre, donna, cristiana. Nessuno di questi status symbol è riuscito a fermare la proposta del governo Meloni di riportare al 10% l’Iva sui prodotti igienico sanitario femminile e al 22% su quelli per la prima infanzia. Forse un passo avanti per l’economia, qualcuno indietro per l’equità di genere. Una scelta che non si allinea alla direttiva europea sulla Tampon Tax modificata nel 2022, che evidenzia come “ogni Paese può scegliere l’aliquota e scendere anche al di sotto del 5%, magari portandola al 4% come beni di prima necessità”. Le proteste si fanno sentire in tutta Italia, anche a Modena. Ieri in Pomposa un flash mob promosso dall’associazione Tocca a Noi e da Volt Europa, partito e movimento paneuropeo progressista. Circa 40 i manifestanti.

“La cura del corpo è un diritto di tutti” si legge dal cartellone tra le mani di una donna, “rompi il tabù” su quello di un altro. Le invettive sono forti: «Ancora una volta questo Governo rimane coerente solo a se stesso. Da un lato si chiede alle donne di fare più figli, dall’altro si tassano i beni alimentari per i bambini e aumentano le tasse su assorbenti, tamponi e coppette mestruali», grida una delle attiviste per Volt Modena, Silvia Panini. La appoggia Laura Sparavigna, consigliera comunale di Firenze, dicendo che «la situazione non rende facile ottenere beni essenziali per la cura di ogni persona, in qualunque fase della vita». Mentre i prezzi salgono, c’è chi ci tiene a precisare che le mestruazioni non sono un lusso, tanto meno una famiglia. «È una manovra socialmente ingiusta e contraria a noi donne. L’identità femminile non dovrebbe essere una gravante o, ancora peggio, una colpevolezza» conclude Panini.