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Il delitto di Concordia

Mohamed, i compagni di carcere al Sant'Anna di Modena e le “confidenze” sulla notte in cui perse la vita Alice Neri

Stefania Piscitello
Mohamed, i compagni di carcere al Sant'Anna di Modena e le “confidenze” sulla notte in cui perse la vita Alice Neri<br type="_moz" />

La testimonianza: «Gaaloul molto agitato quando ha saputo del fazzoletto»

11 novembre 2023
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Uno dei detenuti del carcere Sant’Anna aveva appreso dalla tv che Alice Neri era stata uccisa con vari fendenti. È andato da Mohamed Gaaloul, attualmente indagato per l’omicidio della 32enne trovata carbonizzata nel baule della propria auto a Fossa di Concordia il 18 novembre 2022, e gli ha rivelato: «Hanno detto che è stata accoltellata».

Gaaloul, stando a quanto riferito dall’uomo – ascoltato nei giorni scorsi in sede di sommarie informazioni testimoniali – gli avrebbe risposto: «E dov’è il coltello a serramanico?». E allora il vicino di cella lo avrebbe incalzato: «Come fai a sapere che è un coltello a serramanico?».

A parlare è uno dei detenuti che insieme a un altro nei giorni scorsi è stato ascoltato davanti ai pm Claudia Natalini e Giuseppe Amara e ai carabinieri del Nucleo investigativo di Modena.

A pochi giorni dalla prima udienza preliminare, fissata per il 16 novembre, emergono alcuni dettagli sulle presunte confidenze che Gaaloul avrebbe fatto ai vicini di cella. Uno ha rivelato della ricostruzione fornita da Gaaloul di quanto avvenuto la notte tra il 17 e il 18 novembre 2022.

«Mi raccontò che le chiese un passaggio perché pioveva, guidava la ragazza. Durante il tragitto, a detta di Mohamed, lei aveva voluto un approccio sessuale. Mi disse che erano andati in un posto isolato sulla strada verso casa sua e diverso da quello in cui è stata trovata l’auto bruciata. Mi disse che avevano avuto un rapporto sessuale appoggiati al baule e a quel punto lui ha cambiato versione riferendo che il rapporto sarebbe avvenuto sul cofano motore; dopodiché lei si era buttata a terra e lì avrebbero continuato. Io gli dissi: “Ma non hai detto che stava piovendo?”. E lui si era un po’ ritratto».

Mohamed avrebbe inoltre riferito che nel tragitto verso casa sua Alice si era accorta che una macchina la seguiva «non aveva capito se il marito o un altro uomo» e allora aveva frenato bruscamente facendolo scendere. L’uomo racconta poi un altro episodio: Mohamed aveva appreso dalla televisione del ritrovamento di un fazzoletto non bruciato sotto una ruota della macchina di Alice. Secondo quanto raccontato dal vicino di cella, aveva «i denti che gli battevano». E alla richiesta di chiarimenti, Mohamed avrebbe spiegato di essersi pulito dopo il rapporto. Un altro gli ha chiesto: «Ma tu non avevi sempre detto che fino a lì non eri arrivato? Come ci è arrivato il fazzoletto?».

A quel punto Gaaloul se ne sarebbe andato senza proferire parola. Le dichiarazioni del detenuto continuano: «Ho notato che quando io dicevo qualche parola di compassione per la vittima, Gaaloul non mostrava alcun segno di pietà». Il fazzoletto è anche al centro delle domande rivolte a un altro detenuto il quale ha riferito che Gaaloul si è difeso sostenendo che non fosse il suo: «Era tranquillo perché diceva che lui non l’aveva uccisa». E sul presunto rapporto sessuale: «Gli avevo chiesto perché non erano rimasti in auto visto che pioveva e lui mi aveva risposto che lei voleva così».

Roberto Ghini, l’avvocato difensore di Mohamed, interviene: «Sono mesi che questi detenuti, uno in particolare, minacciavano Gaaloul di fare queste rivelazioni se lui non avesse rinunciato a un lavoro all’interno di carcere. Si tratta di una circostanza nota da mesi, una mossa per ottenere benefici: non a caso tutti e due hanno ottenuto trasferimento di carcere».

Cosimo Zaccaria, legale della famiglia di Alice Neri: «Le dichiarazioni dei connazionali e compagni di carcere di Gaaloul sono irrilevanti, avuto riguardo al contenuto e al contesto in cui sono state rese. Permangono elementi di prova gravissimi a carico di Gaaloul, il quale continua, avanti ai giudici, a restare in silenzio. Ormai è trascorso un anno dalla morte di Alice. I suoi cari non sono ancora stati in grado di piangere la sua morte in un funerale. Tutto questo “parlare”, tutta questa spettacolarizzazione di un evento tragico è uno strazio per la mamma ed il fratello di Alice. Le due richieste fondamentali per la famiglia sono rispetto per Alice, giustizia per il delitto tremendo che ha subito».l