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Il caso

Seminò distruzione in chiesa: il vandalo incastrato dal Dna

Seminò distruzione in chiesa: il vandalo incastrato dal Dna

Profanazione a Ca’ de Caroli di Scandiano, 53enne denunciato

14 novembre 2023
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Il Dna ha incastrato il vandalo che nel settembre 2021 devastò la chiesa di Santa Maria Assunta a Cà de Caroli a Scandiano. È un 53enne modenese, originario del distretto ceramico, che vive a Scandiano.

L’indagine dei carabinieri, che si è avvalsa anche della consulenza specialistica del Ris di Parma, ha condotto alla denuncia per danneggiamento aggravato di un modenese di 53 anni, come detto originario del distretto ceramico e residente a Scandiano, molto probabilmente affetto da problemi di alcol.

L’episodio aveva creato grande scalpore in tutta la diocesi oltre a sollevare l’indignazione dei fedeli e dei parrocchiani.

L’allora vescovo della diocesi di Reggio Emilia Massimo Camisasca aveva anche celebrato una messa riparatrice per sanare la ferita dal punto di vista religioso.

Lunedì il sindaco di Scandiano Matteo Nasciuti ha ringraziato i carabinieri per aver individuato il presunto responsabile attraverso una minuziosa indagine.

Ad accorgersi della profanazione era stato il 2 settembre il custode della chiesa scandianese. Il parrocchiano era andato ad aprire la chiesa, chiusa dopo la celebrazione della domenica di pochi giorni prima, e vista la devastazione dentro il luogo di culto aveva subito chiamato i carabinieri che, a loro volta, hanno avviato le indagini.

Il vandalo si era accanito sulla chiesa e sulla canonica spesso utilizzata per il catechismo dei bambini.

La scena che si era presentata agli occhi del custode, e poi delle persone intervenute successivamente, era sconfortante: arredi rotti, muri imbrattati, statue gettate a terra, tra cui quella della Madonna decapitata, vasi di fiori distrutti.

Inoltre, le ostie e gli oggetti sacri custoditi nel tabernacolo erano stati sparsi per la chiesa.

I danni furono di migliaia di euro e la comunità si era subito mobilitata per aiutare don Rino Bertoldi a ripristinare il luogo di culto.

Durante il sopralluogo i militari avevano trovato delle bottiglie di liquore. Le impronte digitali e il profilo genotipico sul vetro delle bottiglie hanno consentito di individuare il responsabile.

Non sono note le motivazioni di questo raid vandalico, ammesso che un gesto così insensato ne possa avere. Il ritrovamento dei superalcolici indica che molto probabilmente il responsabile è una persona con problemi di dipendenza dall’alcol e probabilmente ha agito in stato di delirio alcolico sfogando la sua furia contro simboli religiosi.

«Chi ha agito, e non erano certo ragazzi dediti al vandalismo, ha manifestato un accanimento tale nella distruzione degli oggetti sacri che ci ha molto colpito», aveva commentato monsignor Alberto Nicelli, il parroco.

«Profanare l’eucarestia non è solo un gesto contro Dio, è un gesto anche contro la comunità», aveva detto il vescovo Camisasca. E in effetti, è molto raro che avvenga un gesto di devastazione di questo tipo in una chiesa.

Più comuni sono nelle parrocchie i furti di oggetti preziosi o d’arte per gli antiquari. Negli scorsi anni hanno flagellato le chiese della zona sassolese, soprattutto nella parte montana, e sono stati compiuto arresti.