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Modena. Casa Maria Luigia, fuori dal mondo a pochi chilometri dalla Ghirlandina

di Cristiana Minelli
Modena. Casa Maria Luigia, fuori dal mondo a pochi chilometri dalla Ghirlandina

Lo chef pluristellato Massimo Bottura e la moglie Lara Gilmore raccontano come un sogno è diventato realtà

17 novembre 2023
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MODENA. Il lato più noto – e patinato – di uno dei più grandi chef del mondo, è custodito dalla sua fama. Quello più intimo e autentico, invece, sta tutto in un ricordo: la colazione di Natale cucinata dalla nonna Ancella. Una riunione di famiglia che conserva ancora, sotto la lingua, il sapore di una passione. Che adesso ha trovato posto in un libro. E in una Casa delle meraviglie.

«SLOW FOOD, FAST CARS. Casa Maria Luigia – Storie e Ricette» di Massimo Bottura & Lara Gilmore (pp. 256 € 39.90, L’ippocampo) è un libro scritto dalla coppia – si potrebbe dire imperiale – della cucina d’autore contemporanea, formata da Massimo Bottura, chef e ristoratore che non ha bisogno di presentazioni, e Lara Gilmore, moglie, anima dell’universo che gravita attorno all’Osteria Francescana e curatrice creativa di Casa Maria Luigia. Un libro scritto in collaborazione con Jessica Rosval, head chef, autrice delle ricette per un’ottima colazione emiliana, spuntini veloci e del menù Tòla Dòlza.

Nel team dell’Osteria Francescana da dieci anni, J è di Montréal, in Canada. Ha cominciato come responsabile degli antipasti, un ruolo chiave, per il quale occorrono «organizzazione mentale, nervi d’acciaio, precisione assoluta e tempismo impeccabile». Ha vinto la sfida e, a Casa Maria Luigia, insieme a Lara e Massimo, ha inventato uno stile.

Tutti insieme hanno dato alle stampe il primo e unico mémoire sulla dimora, per il Financial Times il più bel bed and Breakfast al mondo. Dov’è? «A San Damaso, Stradello Bonaghino, subito dopo Via Scartazza». Eccolo lì, a un tiro di schioppo dalla Ghirlandina, eppure fuori dal mondo. Buen retiro di Vip, rifugio di star e cantanti, attori, registi e di persone variamente impiegate nel jet set, è anche, semplicemente, il luogo del cuore per amanti di côté, inaspettatamente, ma autenticamente, magici. Cos’è? Un luogo dove è possibile immergersi nella quiete della campagna e fare esperienza dell’alta cucina emiliano-romagnola, circondati da opere d’arte, magnifici arredi, da un’impressionante collezione di automobili e motociclette e da una, specialissima, di vinili. Nel libro 85 ricette di piatti e drink masterpiece della Casa, un ricco apparato iconografico, origine, procedimenti, varianti e segreti di un’accoglienza senza pari. Dall’erbazzone al gnocco fritto, dalla sbrisolona alla focaccia fino agli spuntini alla barbabietola gialla e arance, al pesto modenese, pesche affumicate e baccalà mantecato.

Fra muffin al cioccolato, torta barozzi, crumble di mele e yogurt è un tripudio slow che non ha niente da invidiare a una Ferrari. Fila via, con la sua ricotta arrosto, come se a far da tiramisu ci fosse davvero una piantagione di cuori di fragola. Ah la vita in campagna… Se è quella di Massimo Bottura e Lara Gilmore fa rima con Paradiso. E a due passi da Modena si può averne una fetta. Massimo Bottura, in questo caso, è un narratore di passioni. Per lo slow food, le macchine veloci, la musica, l’arte e le moto…

«A Casa Maria Luigia – scrive lo chef – esce fuori un altro lato di me. Qui posso parlare con le persone delle loro passioni, della loro vita, non solo di cucina. L’intimità delle stanze regala momenti privati, il giardino ispira un senso di libertà. Qui posso togliermi la giacca da chef ed essere semplicemente Massimo. […] Oggi cucino con tutto: l’arte, i vinili, il rombo di una moto, i ricordi della mia infanzia e il paesaggio che mi sta intorno».

La dispensa di Casa Maria Luigia è quasi un mondo a parte: ci sono le marmellate, (di amarene, uva fragola e aceto balsamico), le acque, (al limone, lemongrass e menta, al dragoncello, all’ibisco e petali di rosa), il sale, (alle erbe e affumicato), e ogni sorta di leccornia da stipo, se lo stipo è quello di una favola. Vien da chiedersi come è andata la prima volta che, insieme, Lara e Massimo hanno visto questa proprietà… «Sembrava una pesca ammaccata abbandonata là, sul piano della cucina – scrive Lara – verde carnevale della natura […] a soli 10 km da casa nostra e a 5 minuti dall’uscita di Modena Sud. Era vicino a tutto quello che conoscevamo, ma anche lontano da quanto potevamo immaginare. [Tutto] Era rimasto nascosto fino a quel giorno, quando per la prima volta abbiamo svoltato a destra in quella stradina». Scegliendo tra le varie definizioni citate nel libro la campagna emiliana è: «Un paesaggio costellato di fattorie in mattoni che resistono al tempo, natura in volo, una gialla distesa di girasoli, la terra dello slow food e delle macchine veloci, uno stato d’animo…». Ma, soprattutto, «il luogo dove Massimo ha scelto di vivere e mettere su famiglia». E, anche, una scoperta, che Lara Gilmore, «l’americana», trent’anni dopo, sperimenta ancora. «Casa Maria Luigia è una casa e un albergo: un luogo fatto per riflettere, dove godere dei libri, della musica e dell’arte. Un luogo per le passeggiate in giardino e per il buon cibo, in cui riposare senza sentirsi un estraneo, o dove andare e venire a piacimento. È un luogo pieno di storie e di ricette, molte ancora da scrivere».l