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Emergenza criminalità

Modena, «giovani troppo tutelati e impuniti: così le baby-gang spadroneggiano»

Modena, «giovani troppo tutelati e impuniti: così le baby-gang spadroneggiano»<br type="_moz" />

Il sindacato di polizia Siulp: «Aggressioni sempre più frequenti e violente»

19 novembre 2023
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Un fenomeno che preoccupa sempre più, soprattutto per l’intensità crescente. Al centro ci sono le baby gang, e a intervenire sul fenomeno, dopo i diversi episodi avvenuti nelle ultime settimane nell’area del parco dei Viali, è il sindacato di polizia Siulp. «Avevamo già lanciato l’allarme sull’argomento nel convegno del 13 ottobre 2022 tenutosi a San Felice - spiega il segretario provinciale Roberto Butelli - esattamente un anno dopo, ovvero a ottobre 2023, viene pubblicato il rapporto “Criminalità minorile in Italia anni 2010-2022” del ministero dell’Interno, che conferma quanto da noi già evidenziato nel convegno, e cioè che il fenomeno della criminalità minorile, anzi in alcuni casi addirittura adolescenziale, è in costante crescita, ovvero un fatto conclamato che non si può più ignorare. Soprattutto per l’intensità crescente, in frequenza e violenza, nel consumare i reati predatori di strada. Da ultimo, il procuratore Capo di Modena, insieme al procuratore reggente presso il Tribunale dei Minori di Bologna, ha sottolineato che gli episodi di aggressioni violente da parte dei minori hanno subìto un sostanziale aumento, generando preoccupazione nella popolazione. La Prefettura e la Questura, insieme alle altre forze dell’ordine, hanno quindi ancora più intensificato i servizi di investigazione, prevenzione e repressione finalizzati a contrastare questo tipo di fenomeno criminale».

Ma quali possono essere le cause di questa situazione? «Le attuali norme - riprende Butelli - tutelano in modo eccessivo o comunque non adeguato ai tempi i ragazzi di oggi che crescono in fretta, nel bene e nel male, pronti a rivendicare i propri diritti ma refrattari ad assumersi le responsabilità conseguenti alle proprie azioni. Sempre le attuali norme non tutelano in maniera adeguata le vittime dei reati, tantomeno agevolano le loro legittime e doverose denunce. A questo punto - incalza Butelli - come forze di polizia, non ci interessa più di tanto sapere come e da chi siano composte le bande minorili che spadroneggiano in città sentendosi impunite: che siano stranieri, italiani o italiani acquisiti non ha una grande importanza, sono comunque delinquenti che dovrebbero rispondere davanti alla legge per le loro azioni criminose. Saperlo ha invece un certo valore civile, perché nel caso di minori stranieri evidenzia il fallimento delle politiche di accoglienza indiscriminata e integrazione posti in essere in questo Paese negli ultimi 20 anni. Ma per tutti, italiani e stranieri, evidenzia anche il fallimento del ruolo educativo della famiglia e della scuola, che dovrebbero essere i pilastri sui quali costruire la personalità dell’individuo. Quello che poi preoccupa ancora di più è che, all’imperversare della criminalità minorile di strada, già si notano le prime avvisaglie di risposte inconsulte di cittadini che non accettano più di essere vittime innocenti e di non essere tutelate dallo Stato. Come rappresentanti sindacali delle forze di polizia non possiamo fare altro che ripetere che noi facciamo e faremo quello che possiamo con le risorse umane e materiali disponibili - chiude il Siulp - nell’ambito di un quadro normativo totalmente inadatto a fronteggiare una criminalità, compresa quella minorile, sempre più aggressiva e violenta poiché certa di quasi impunità. In un Paese nel quale il solo personale in uniforme patisce un’aggressione ogni 3 ore, non si comprende come si possa tutelare efficacemente l’ordine pubblico».l

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