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Modena, strage di animali alla sede Enpa: si sospetta un attacco dei lupi

Modena, strage di animali alla sede Enpa: si sospetta un attacco dei lupi<br type="_moz" />

L’assalto al centro Mutina Animalia: morte caprette e pecore

19 novembre 2023
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i Carlo Gregori

«Se sono stati cani o lupi, non si sa. Sicuramente erano “canidi”. Così li ha definiti l’Ausl durante il sopralluogo dopo la strage». Sono le poche parole che riferisce una volontaria dell’Enpa di Modena a proposito di una strage di ovini avvenuta nei giorni scorsi all’interno della struttura. Una scena raccapricciante con alcuni aspetti inquietanti. Ad esempio: le vittime sono state uccise, ma non sbranate e tanto meno mangiate. Non hanno potuto difendersi o fuggire, dato che erano rinchiuse dentro due recinti. Infine: i lupi, o cani selvatici di grossa taglia, hanno saltato due recinzioni per entrare e una terza per uscire in direzione opposta. La carneficina di animali è avvenuta giorni fa all’interno della struttura dell’Ente nazionale protezione animali di Modena. Siamo a Ponte alto, in stradello Cassana, una stradina parallela all’argine del Secchia, distante un centinaio di metri dal fiume, un viottolo che gira dietro al centro abitato di Ponte Alto. Una zona poco abitata: ci sono due case, uno studio veterinario e Mutina Animalia, così si chiama la bella villa col giardino e le zone per animali in ricovero che l’Enpa gestisce da anni.

Non era mai accaduto che all’interno della sede Enpa o di una casa della zona avvenisse una strage di animali, se si esclude alcuni anni fa l’uccisione di galline da parte di una volpe. E non era mai accaduto che si parlasse di lupi in quella zona. Forse lupi non sono, la prudenza è doverosa, ma in questo caso bisogna pure parlare di branco di cani randagi e inselvatichiti. Perché l’Ausl ha parlato di canidi a ragion veduta: le impronte rimaste lo indicano e anche la dinamica dell’uccisione. E anche se non fossero lupi, questo branco è sicuramente pericoloso.

«Che siano lupi o cani, sicuramente aggrediscono - spiega Maria Agostina, la vicina - ma di sera io sto in casa e, dopo la volpe di qualche anno fa, chiudo sempre le galline nel loro recinto. Io non so se sono stati lupi o cani, ma so che ho trovato il terreno pieno di grosse impronte di cani dopo la strage. Sono scappati da quella parte scavalcando una rete e passando per l’orto: era pieno zeppo di quelle impronte. Ce n’erano tante anche all’interno del sentiero con l’erba nella mia proprietà e portavano tutte verso il boschetto attaccato all’argine del Secchia. Chissà in che direzione sono andati. Certo che la scena faceva impressione. Appena ho saputo, sono andata all’Enpa e c’erano tutte quelle pecore morte sdraiate per terra, mi è caduta la faccia».

All’Enpa sono gentili, ma su questa macabra vicenda non si sbottonano più di tanto. «Dovete capire - spiega una volontaria animalista in servizio per l’ente dal 1990 - siamo ancora sconvolti. Personalmente, provo un grande dolore. Il mio cuore ne ha risentito parecchio. Quelle pecore erano qui dal 2010 e ovviamente le conoscevo e seguivo da vicino. Vederle con le capre uccise sul prato è stato uno shock».

Chiediamo alla volontaria cosa ne pensa: cani o lupi? «Impossibile rispondere. Abbiamo chiamato i veterinari Ausl e anche loro hanno stabilito che è difficile dare una risposta, data la differenza minima tra le impronte delle due specie». Di quelle pecore in affidamento da tredici anni, ne è rimasta solo una, di seconda generazione: si chiama Edo. Mangia serenamente il fieno insieme a un asino. «Erano tre pecore e tre capre. Giacevano morte dentro i recinti. Non abbiamo trovato segni di buchi nei due recinti di protezione. Probabilmente li hanno saltati. Quando sono entrati nei recinti hanno ucciso pecore e capre, ma non le hanno mangiate e neppure sbranate».

La volontaria Enpa spiega anche che i cani non hanno abbaiato. Un fatto anomalo dato che appena si avvicina qualcuno al cancello accorrono facendo rumore a lungo. I lupi (o cani) hanno attaccato solo ovini e caprini, non gli asini e gli altri animali. l