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Il caso

Sassuolo. «Bestemmie, offese e strusciamenti»: professore sospeso e senza stipendio

Carlo Gregori
Sassuolo. «Bestemmie, offese e strusciamenti»: professore sospeso e senza stipendio

Docente di informatica in una quarta superiore

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Sassuolo Per il professore sospensione e quindici giorni di taglio di stipendio. Motivo? Offendeva in classe, al punto da lasciarsi andare a espressioni scurrili, bestemmie, improperi, strusciamenti osceni e, almeno in un caso esaminato, prendeva pesanti decisioni che si rifiutava di giustificare. La Corte d’Appello di Bologna, Sezione controversie del lavoro, ha respinto il ricorso di un docente di informatica. Il motivo: il suo comportamento decisamente sconveniente con i ragazzi di una quarta superiore di Sassuolo. Forse sono situazioni che, a porte chiuse e nel corso delle lezioni, possono capitare anche in altri istituti, ma è sicuramente unico il caso di questi studenti di Sassuolo che hanno fatto fronte comune e, tramite prima una insegnante e poi il dirigente scolastico, hanno portato alla luce questa vicenda sconcertante. Il professore indica senza mezzi termini le accuse degli allievi come frutto di un complotto per farlo fuori. Una cospirazione, notano i giudici d’appello, che resta però una semplice ipotesi senza prove.

Al centro del caso un docente di informatica a tempo determinato di un istituto superiore di Sassuolo (i nomi nella sentenza sono oscurati, per proteggere i minorenni coinvolti). Siamo nell’anno scolastico 2018-19. Il professore è incaricato di un corso Tpsi (tecnologia e progettazione di sistemi informatici). Tra le sue classi c’è una quarta. A marzo, gli studenti fanno trapelare cosa accade durante le lezioni. Una professoressa raccoglie le loro testimonianze e presenta rapporto al dirigente scolastico. Questi ascolta i ragazzi della quarta e arriva alla conclusione che le loro ricostruzioni sono fondate. Nessun insegnante ha da dire sul collega: non si è mai espresso con frasi oscene. Stessa cosa i genitori andati ai ricevimenti. Il dirigente decide di emanare una pesante sanzione per gli illeciti disciplinari: sospensione e taglio di quindici giorni di stipendio. Il docente ricorre al giudice del lavoro di Modena ma nel 2022 perde la causa e ora ha fatto ricorso in appello, perdendo anche a Bologna.

Ma quali erano le accuse degli studenti? Il dirigente scolastico e la coordinatrice di classe trascrivono le testimonianze di ben dieci alunni della quarta. “Il prof. – dice un giovane - già da inizio d'anno, in più occasioni, specialmente nelle ore di Tpsi quando si è trovato da solo, ci ha da subito dato molta confidenza. All'inizio era divertente ma ultimamente si è spinto troppo oltre ed è diventato molto pesante”.

Utilizza continuamente un linguaggio scurrile. Ad esempio, rivolgendosi a qualcuno di noi dice: “Non rompere il c…” oppure “Ti s… la mamma”. I ragazzi che sono nelle ultime file dichiarano che “si avvicina ai pc portatili personali degli alunni e si struscia”. Altri hanno dichiarato: “Lo abbiamo sentito bestemmiare più volte, dice bestemmie così per scherzare”. Di recente ha dato una nota ad un alunno che lo ha chiamato con il suo nome di battesimo, “ma noi ragazzi pensavamo che questo fosse normale, visto l'atteggiamento confidenziale del professore. All'alunno che ha ricevuto la nota e che gli ha chiesto poi la possibilità di parlare e chiarire, ha chiuso la porta in faccia e ad oggi non ha voluto alcun dialogo”.

“Siamo infastiditi dagli atteggiamenti volgari del professore. Prima di una ricreazione, il prof. X ha voluto distribuire lui stesso i panini, ma poi ha iniziato a tirarli. Li ha lanciati ... Lanciava le nostre merende”.

L’elenco è lungo: “Quando è in classe da solo con noi ci lascia delle dispense sul registro nei materiali condivisi. Ci fa fare progetti al pc, spiega poco, quasi mai, e quasi mai e quando chiediamo non risponde o comunque rimanda alla dispensa”. Alla domanda su come valuta i lavori svolti rispondevano: “Se consegni il progetto lo valuta 8 se non lo consegni lo valuta 3, senza alcun commento e senza altra variazione di voti”. Quando c'è la collega in compresenza invece è un'altra persona”. Facile intuirne i motivi: “Ad esempio, si arrabbia se uno non fa il proprio lavoro; se è da solo, invece, questo non accade mai”. Ma poi, quando lei non c’era, di quella collega diceva che “faceva film pornografici, la prendeva in giro e diceva “Me la vorrei s…”.

Per i giudici d’appello queste sono “inequivocabili risultanze istruttorie”. La Corte respinge la tesi del complotto avanzata dal professore: “Non trova alcun riscontro né nella documentazione né nelle deposizioni testimoniali”. Scrivono: “Risulta invece credibile quanto dicono gli studenti. I comportamenti illeciti erano posti in essere quando lo stesso si trovava da solo con i discenti, senza colleghi presenti. È lecito presumere, infatti, che il professore utilizzasse un “linguaggio triviale e a sfondo sessuale” solo in assenza di quelli che considerava degli “scomodi” testimoni, confidando invece nel silenzio degli alunni in ragione del timore reverenziale dagli stessi nutrito nei suoi confronti”.

Per questo, il ricorso del docente è respinto, il provvedimento disciplinare confermato ed è condannato ancora una volta a pagare le spese processuali. l