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Noi e Giulia: oggi un minuto di silenzio in tutte le scuole

Noi e Giulia: oggi un minuto di silenzio in tutte le scuole

L'educazione ai sentimenti con esperti e influencer: ecco il piano del ministro Valditara

21 novembre 2023
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Per Giulia Cecchettin, uccisa dall’ex fidanzato, il ministro dell’Istruzione Valditara ha chiesto il minuto di silenzio che sarà osservato questa mattina alle 11 in tutte le scuole italiane. Ma già ieri la sua università, quella di Padova, dove la 22enne si sarebbe dovuta laureare in ingegneria biomedica il 16 novembre, al silenzio ha preferito il rumore: centinaia di studenti e studentesse si sono infatti radunati fuori dall’ateneo per parlare di Giulia e riflettere su come cambiare una cultura, quella patriarcale, di cui sono figli tutti i femminicidi. E la violenza contro le donne in generale. Ma di presidi, flashmob e sit-in sono stati teatro anche altre università e licei italiani. Uniti nell’abbracciare la mobilitazione esortata da Elena Cecchettin, sorella della vittima, che in una lettera al Corriere ha chiesto di «bruciare tutto». Altroché minuto di silenzio. E nel sottolineare che «è responsabilità degli uomini educare e richiamare amici e colleghi non appena sentano il minimo accenno di violenza sessista», ha invocato «un’educazione sessuale e affettiva capillare» e finanziamenti ai centri antiviolenza.

A giudicare dalle reazioni degli ultimi giorni - nonostante prima di Giulia, nel solo 2023, in Italia siano state ammazzate altre 104 donne, il più delle volte per mano di partner o ex compagni - la sua morte sembra destinata a produrre un cambiamento reale. Quantomeno sul fronte della prevenzione, dello sforzo educativo richiesto a un Paese civile. Infatti, mentre l’Italia intera attende l’estradizione del suo ultimo femminicida, Filippo Turetta, ancora in Germania, il ministro Valditara sembra deciso ad agire in fretta. Da quanto si apprende, il titolare dell’Istruzione sarebbe pronto a presentare (domani), insieme alla ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità Eugenia Roccella e al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, un piano per introdurre l’educazione sentimentale a scuola. Non si parla di una vera e propria legge (ricordiamo che l’Italia resta priva di un programma strutturato di educazione sessuale e affettiva nelle scuole, nonostante le 16 proposte di legge arrivate in Parlamento dal 1977 a oggi ) ma di una campagna di sensibilizzazione. Fatta di misure concrete: un’ora a settimana di “educazione alle relazioni” in orario extracurriculare nelle scuole superiori con incontri per tre mesi all’anno e un totale di dodici sessioni. Questa sarebbe l’idea, ancora allo stato sperimentale. Gli studenti potrebbero, dunque, essere presto coinvolti in discussioni di gruppo, guidati da un docente come moderatore e supportati occasionalmente da psicologi, avvocati, assistenti sociali e organizzazioni impegnate a sensibilizzare contro la violenza di genere. Ma nel “piano” sembra saranno coinvolti anche influencer, cantanti e attori, per rendere l’iniziativa più vicina al mondo giovanile. Nell’attesa di conoscere domani, in conferenza stampa, questa nuova iniziativa del governo Meloni, per la prima volta maggioranza e opposizione la battaglia contro la violenza di genere sembrano determinate a combatterla insieme, mettendo da parte lo scontro politico. Da una parte Meloni ha garantito l’impegno del governo a «proseguire la lotta contro la barbarie», ricordando l’aumento dei fondi per il piano anti-violenza e la stretta alle misure per tutelare le vittime, dall’altra la segretaria del Pd Elly Schlein, ribadendo che «se vogliamo sradicare per davvero questa tossica cultura patriarcale bisogna partire prima che si radichi nei maschi», ha chiesto alla presidente del Consiglio di approvare subito e insieme, in Parlamento, una legge che introduca l’educazione al rispetto e all’affettività in tutte le scuole italiane. Il Movimento 5 Stelle ha già depositato alla Camera una proposta di legge per introdurre, in maniera sistematica e continuativa, ore obbligatorie di «educazione affettiva e sessuale» in tutte le scuole italiane di ogni ordine e grado, sin dalle prime classi. La senatrice di Avs Ilaria Cucchi si è appellata alla maggioranza chiedendo di lavorare insieme «per portare questo tema nelle scuole» mentre il segretario di +Europa Riccardo Magi ha ricordato che «l’educazione sessuo-affettiva nelle scuole noi ce l'avevamo nel nostro programma» e che «bisognerebbe cominciare a farla non solamente nelle scuole superiori, ma anche prima».