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All’ospedale nasce la sala Rubbiani: «Così ci ricorderemo sempre di te»

Daniele Montanari
All’ospedale nasce la sala Rubbiani: «Così ci ricorderemo sempre di te»

Tanti pensieri commossi per l’ex direttore scomparso a maggio

22 novembre 2023
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Pavullo “Sala Roberto Rubbiani”. Ha fatto un bell’effetto a tutti il 27 ottobre leggere quest’intitolazione per la sala dei 55 dell’ospedale di Pavullo, cuore di ogni momento di incontro.

È l’omaggio che il “suo” ospedale ha voluto fare all’ex direttore scomparso l’11 maggio scorso a 78 anni. Un ricordo perenne, fortemente voluto da Massimo Brunetti, odierno direttore del distretto sanitario, e da tante tantissime persone che hanno lavorato con Rubbiani, serbandone un ricordo speciale. Emblematica la scritta sulla targa, scoperta con emozione dalla moglie Franca Cottafavi col figlio Cristiano e i nipoti: “A Roberto Rubbiani, per i valori trasmessi nella gestione del servizio sanitario modenese, e per il suo impegno per il bene rivolto alle persone e alla comunità”. «È un modo per noi per ricordare, e per chi non lo conosceva di chiedersi chi era Rubbiani – ha sottolineato Brunetti – abbiamo imparato tanto dalla sua passione e dai suoi valori».

«Sia nel suo lavoro in Ausl che come sindaco ha mostrato una serietà e un senso di responsabilità verso la comunità non comuni» ha detto il sindaco di Pavullo Davide Venturelli, che ha portato anche i saluti del presidente della Provincia Fabio Braglia. «Mio papà ha lavorato tanti anni con lui – ha ricordato il sindaco di Serra Simona Ferrari – arrivava spesso a casa la sera stanco, perché Rubbiani era molto esigente, ma felice. Io poi l’ho conosciuto da sindaco di Serra, e credo che sia stato uno dei pochi, forse l’unico in tempi recenti, che si è davvero impegnato per il paese. Mi rammarica che se ne sia andato prima che io diventassi sindaco: avrei avuto tanti consigli da chiedergli». A ricordo di quell’esperienza amministrativa ha parlato l’ex assessore Maria Chiara Venturelli, a nome anche dell’ex vicesindaco Simone Gianaroli e degli altri assessori Andrea Convenuti e Marzia Cipriano. «Tutti dovremmo prendere esempio da Rubbiani» ha rimarcato il presidente dell’Unione Pasini.

«Roberto era un gran lavoratore, dotato di straordinaria intelligenza e grandi intuizioni» ha ricordato Rino Bellori – e costruiva rapporti umani speciali con i suoi collaboratori».

«Andavi in ufficio e ti trovavi di fronte a una montagna di cartelle, ma sempre tutte ordinatissime – ha ricordato Graziano Pattuzzi – io all’epoca facevo il sindacalista e qualche volta sono uscito pettinato dal confronto con lui, perché era sempre documentatissimo su tutto. A Rubbiani non gliela raccontavi». «Ho sempre ammirato la sua dedizione al lavoro – ha detto la segretaria storica Gisella Venturelli – si appuntava sempre tutto dopo ogni colloquio. Dava un alto valore all’amicizia (testimoniata anche da Nino Orlandi, che era a scuola con lui, ndr), e se era in errore, non aveva difficoltà ad ammetterlo. Perché era rigoroso con gli altri, ma ancor più con se stesso». «Esigeva molto, e per questo si è fatto anche dei nemici tra chi non condivideva la sua chiara prospettiva di trasparenza – ha osservato suor Barbara Pavan, vicaria generale delle Serve di Maria riparatrice, che Rubbiani aiutò su una clinica a Roma – e amava le nuove generazioni: era felice di veder crescere nuovi professionisti». Come Raul Ragazzoni, che ha avuto parole di grande affetto. «Ma è sempre rimasto profondamente legato a Pavullo – ha evidenziato la sorella Maria Rubbiani – e io, c’è poco da fare, me lo sento sempre vicino».