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Holostem, appello di De Luca al ministro Urso: «Non si cancelli la speranza di cura»

Holostem, appello di De Luca al ministro Urso: «Non si cancelli la speranza di cura»

Modena, il direttore del Centro di medicina rigenerativa di Unimore. «A rischio 43 dipendenti e soprattutto i pazienti: per loro siamo l’unica possibilità»

28 novembre 2023
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Modena «Abbiamo tempo solo fino alla fine di questo mese per evitare la chiusura definitiva di Holostem, con la conseguente perdita di lavoro dei suoi attuali 43 dipendenti e, soprattutto, l’impossibilità di trattare pazienti per i quali rappresentiamo la sola, unica speranza».

È un passaggio della lettera con cui Michele De Luca, direttore del Centro di medicina rigenerativa “Stefano Ferrari” di Unimore e pioniere delle cure sviluppate dalla spin-off Holostem Terapie Avanzate, si rivolge al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, chiedendogli un incontro dopo che il Mimit ha annunciato l’apertura di un tavolo tecnico sul caso. Ne dà notizia l’Associazione Luca Coscioni, di cui De Luca è co-presidente.

«Nel corso degli ultimi 30 anni – ricorda De Luca – abbiamo sviluppato due terapie avanzate a base di cellule staminali autologhe, prelevate dal paziente e coltivate in laboratorio per produrre terapie personalizzate per il paziente stesso. La prima, Holoclar, consente il recupero della capacità visiva in pazienti con gravi ustioni corneali non aggredibili con le classiche procedure chirurgiche. Holoclar è la prima terapia cellulare a base di staminali approvata nel mondo ed è attualmente applicata in Italia e in molti altri Paesi europei. La seconda è una terapia genica che nel 2017 si è dimostrata salvavita nella forma più grave di una devastante malattia genetica rara della pelle, l’epidermolisi bollosa, conosciuta anche come sindrome dei “bambini farfalla”. Attualmente sono in corso o stanno per partire sperimentazioni cliniche a livello europeo da noi coordinate, che rappresentano per questi pazienti l'unica speranza di una terapia risolutiva alle dolorose e invalidanti lesioni croniche della loro cute».

«Il management di Valline (holding finanziaria della famiglia Chiesi e socio di maggioranza di Holostem) – ricostruisce ancora De Luca – ha deciso di disinvestire nell’azienda. Da tempo sono in corso trattative con la Fondazione Enea Tech e Biomedical per rilanciare Holostem, ma abbiamo tempo fino alla fine di questo mese per evitarne la chiusura definitiva».

Un appello alle istituzioni viene lanciato anche da Ota (Osservatorio terapie avanzate) e Omar (Osservatorio malattie rare), «affinché si sblocchi immediatamente l’impasse e si assicuri la continuità delle attività di ricerca, di altissimo livello, della biotech Holostem, garantendo terapie ai pazienti e i posti di lavoro dell’azienda, che ha già visto ridursi in modo consistente i propri dipendenti».

Francesca Ceradini, direttrice scientifica di Ota, sottolinea come «lasciare che chiuda questo centro di eccellenza, punto di riferimento nel panorama europeo, sarebbe un passo indietro enorme nel campo delle terapie avanzate in Italia, una resa di fronte a un problema economico e organizzativo, che esiste senza dubbio, ma che può e deve trovare almeno una soluzione temporanea e “salvavita”, aggiungendo che «un Paese che fa morire la ricerca scientifica è senza futuro» e «non dà alcuna priorità alla vita e alla salute».

Ilaria Ciancaleoni Bartoli, direttore di Omar, chiede «un intervento davvero straordinario» che coinvolga in prima persona anche il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: «Salvare Holostem non è solo un atto dovuto nei confronti di tanti pazienti che beneficiano delle terapie di alto livello sviluppate dall’azienda, ma è anche una questione di identità nazionale, dunque politica. Il Governo scelga cosa vuole che sia l’Italia: il Paese del Made in Italy in campo enogastronomico e turistico, ma dove i giovani medici e ricercatori vanno all’estero, o anche la culla della ricerca avanzata e della scienza?».[