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L’eccellenza in crisi

Modena. Il caso Holostem al ministero: «Subito una soluzione»

Gabriele Farina
Modena. Il caso Holostem al ministero: «Subito una soluzione»

L’associazione Le ali di Camilla raccoglie oltre 62mila firme

28 novembre 2023
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Sono ore decisive per il futuro di Holostem.

Scade a fine novembre l’ultimatum per evitare che l’azienda modenese, fiore all’occhiello della sanità internazionale per le cure ai “bimbi farfalla” (e non solo), possa definitivamente chiudere.

Oggi si tiene a Roma un tavolo con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Al ministro sono rivolte oltre 62mila firme (62.173 alle 19.30 di ieri) nella petizione su Change.org lanciata dall’associazione Le ali di Camilla, baluardo dell’attività al Centro di Medicina rigenerativa Stefano Ferrari.

L’azienda è in liquidazione dallo scorso dicembre. L’Espresso cita bilanci in rosso per nove milioni e mezzo di euro nel 2022. La società è in vendita a un euro con 17 milioni di euro di dote per ripianare i debiti da parte di Valline Srl, società del gruppo di Chiesi Farmaceutici.

La casa farmaceutica è cofondatrice di Holostem, che ha realizzato per conto di Chiesi Farmaceutici una terapia avanzata di nome Holoclar. Si basa sulle cellule staminali e mira a restituire la vista a pazienti che presentano ustioni gravi alla cornea.

Un fronte di ricerca chiama in causa i “bambini farfalla”, i pazienti che presentano una malattia della pelle chiamata epidermolisi bollosa. I progressi nella ricerca devono fare i conti con i quadri economici della società modenese e dell’azienda incaricata a subentrarvi. L’Espresso ricorda come la Enea Tech e Biomedical abbia mezzo miliardo di euro da investire nel campo delle biotecnologie.

È una fondazione di diritto privato su cui vigila lo stesso ministero delle Imprese e del Made in Italy. Alla guida c’è Giovanni Tria, ex ministro dell’Economia. Il ministro attuale ha più volte richiamato la fondazione circa l’impiego delle risorse, che risultano non spese.

Urso auspica «sia trovata una soluzione compatibile con il regime sugli aiuti di Stato e con le norme che regolano il sostegno alle attività delle imprese ad alto valore scientifico e tecnologico».

Urso anticipa un possibile ricorso all’agenzia Invitalia per creare un progetto «che consenta la prosecuzione della produzione di un farmaco così significativo nella cura di una malattia rara».

Il progetto, fa sapere Urso in una nota, dovrà essere «sostenibile sul piano industriale e finanziario, prevedendo la partecipazione di un’azienda che risponda a questi fondamentali requisiti e ne assicuri quindi lo sviluppo».

Uno sviluppo richiesto a gran voce dall’associazione Le ali di Camilla in nome dei pazienti e dei familiari dall’Italia e dall’estero. Sulla pagina Facebook dell’associazione proseguono gli appelli video di persone che rispondono all’appello “Non abbandonate i bambini farfalla”.

«Chi può fare qualcosa la faccia», l’appello sulla pagina Facebook dell’attore spagnolo Sergio Muniz. A Urso s’è rivolto anche il professore Michele De Luca, direttore del Centro. Il medico invita il ministro a riflettere sulla «perdita di lavoro dei suoi attuali 43 dipendenti e, soprattutto, l’impossibilità di trattare pazienti per i quali rappresentiamo la sola, unica speranza».

De Luca è stato citato dalle riviste internazionali per l’intervento salvavita su Hassan, un bimbo di sette anni. Il padre ha lanciato un messaggio, ripreso dall’associazione: «Spero che tutti i bambini del mondo possano essere trattati con la stessa cura».