Gazzetta di Modena

Modena

Il caso

San Prospero. Battuta sessista, Borghi si scusa: «Ho sbagliato e mi sospendo dal Pd»

Chiara Marchetti
San Prospero. Battuta sessista, Borghi si scusa: «Ho sbagliato e mi sospendo dal Pd»

Il mea culpa del sindaco dopo il polverone: «Non volevo offendere. Sono stato frainteso, ma mi assumo la responsabilità»

28 novembre 2023
3 MINUTI DI LETTURA





San Prospero «Mi assumo la responsabilità di quella frase e mi dispiace essere stato frainteso».

Dopo la tempesta, il sindaco Sauro Borghi prova a calmare le acque. Il primo cittadino di San Prospero ammette di aver detto una «frase infelice, ma faccio tesoro di questo episodio e vado avanti con più energia di prima. Niente farà venir meno l’impegno che sto mettendo nel fare questo lavoro, per il bene della mia comunità e di tutti i cittadini della Bassa modenese».

Il 20 novembre, alla fine di un incontro pubblico con i vertici dell’Ausl di Modena e alcuni primari dell’ospedale di Mirandola, Borghi era sul palco insieme ai professionisti del Santa Maria Bianca per tirare le fila di un appuntamento dedicato alla sanità territoriale. La frase incriminata, pronunciata dal sindaco «in maniera spontanea e per sdrammatizzare», puntava a giocare sul fatto che nel reparto di Chirurgia stanno per essere assunte «due ragazze giovani, belle e aitanti», mentre a Ortopedia ci sono solo «catorci». Il video di quel momento, che lo rende inequivocabile, ha fatto il giro del web, scatenando critiche e commenti.

«Mai avrei pensato – spiega il sindaco – che una battuta del genere potesse venire mal interpretata. Mi dispiacerebbe diventare antipatico per una frase detta con spontaneità e senza voler offendere nessuno. Tra l’altro non era riferita veramente alla bellezza delle donne o alla bruttezza degli uomini, non li conosco nemmeno».

Se si potesse tornare indietro nel tempo «non l’avrei mai detta – continua – e giustamente ha fatto discutere».

Le critiche sono arrivate dai consiglieri d’opposizione di San Prospero per il cambiamento, ma anche dallo stesso Partito democratico. Sia il Pd della Bassa modenese che i dem mirandolesi hanno preso le distanze dalla frase sessista e Patrizia Belloi, portavoce della Conferenza delle donne del Pd di Modena, ha rivolto un invito al primo cittadino: «Quando e se le torna la fregola irrefrenabile di esternare una battuta sessista mentre riveste il ruolo affidatole dai cittadini, per favore, si taccia».

Per quanto successo, Borghi si è autosospeso dal Partito democratico, spiegando di «non voler mettere in difficoltà nessuno. Questo episodio non deve far partire una campagna denigratoria nei confronti del Pd. Mi assumo le mie responsabilità, che appunto sono solo mie e non del partito».

L’autosospensione durerà finché non si sarà chiarita tutta la faccenda. «Dal Pd non ho ricevuto nessuna chiamata, ma se qualcuno vorrà farlo sarò pronto a spiegarmi».

Di dimissioni non se ne parla. «Non me le ha chieste nessuno e, confrontandomi con la giunta e i miei consiglieri, la mia attività da sindaco non è mai stata messa in discussione. Ciò che ho detto non va nella direzione della mia visione politica e non rappresenta i miei valori».

Il mea culpa generale è rivolto in primis ai professionisti dell’ospedale di Mirandola che «mai ho voluto mettere in cattiva luce e li ringrazio per il loro impegno. Chiedo scusa alle donne del Pd che correttamente hanno preso le distanze dalla mia affermazione. Chiedo scusa alle mie figlie che mi hanno ammonito sull’accaduto e mi auguro che non si alimentino ulteriori polemiche. Penso che quella frase sia stata decontestualizzata e strumentalizzata e spero che si cominci a parlare dei veri problemi del territorio, come Aimag, viabilità e sanità».