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Gravissimo episodio

Sassuolo, il racconto: «Mi hanno puntato la pistola in faccia»

di Stefano Aravecchia
Sassuolo, il racconto: «Mi hanno puntato la pistola in faccia»<br type="_moz" />

Sassuolo Un gruppo di ragazzi ha avvicinato un residente mentre rientrava a casa «Questa è una rapina». Le urla hanno messo in fuga i giovanissimi aggressori

04 dicembre 2023
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 Sassuolo «Stavo rientrando a casa a piedi, un gruppetto di ragazzini minorenni mi ha puntato una pistola in faccia gridando “questa è una rapina”».

Inizia così il racconto di Claudio Flori, 62enne pensionato di Sassuolo, ancora turbato da quanto gli è accaduto ieri sera mentre faceva ritorno nella sua abitazione nel quartiere Rometta.

IL RACCONTO
«Poco prima delle 19 sono uscito dall’ospedale e a piedi me ne stavo tornando a casa. All’altezza dell’incrocio tra via Rometta e viale Milano ho incrociato un gruppetto di cinque o sei ragazzini che ne stavano in mezzo alla strada. Uno di loro aveva in mano qualcosa di bianco che mi ha puntato addosso urlando “questa è una rapina”. La mia reazione, istintiva, è stata quella di gridare anch’io, sfidandoli a venirmi incontro. Evidentemente non se l’aspettavano, si sono intimoriti e a quel punto, in un italiano stentato, hanno iniziato a dire che si trattava solo di uno scherzo e che la pistola era un giocattolo. Poi si sono dileguati approfittando del buio, mentre io continuavo ad urlare».

CARABINIERI
Flori non ha perso tempo, ha chiamato immediatamente il 112 e i carabinieri hanno inviato sul posto una volante.

«Probabilmente quelli erano poco più che bambini con una pistola giocattolo, ma dover vivere situazioni del genere è intollerabile. Se al posto mio ci fosse stato un anziano o una donna sola cosa sarebbe potuto accadere? Anche solo per lo spavento. Pure noi quando eravamo ragazzini andavamo in giro per le strade di Sassuolo, ma mai e poi mai ci saremmo sognati di fare scherzi, se così li vogliamo chiamare, del genere. Al massimo suonavamo dei campanelli».

Dopo aver chiamato i carabinieri, Flori è tornato sui suoi passi per guardare dove fossero diretti i ragazzini e - racconta - «ho rivisto dall’altra parte della strada proprio il ragazzino che mi aveva puntatola pistola giocattolo. Che, senza guardarmi in faccia, continuava a scherzare a voce alta, ripetendo, a mò di presa in giro, che era una rapina. Poi ha iniziato a correre. A quel punto ho lasciato perdere e sono tornato verso casa. Arrabbiato, ma soprattutto amareggiato: questi sono dei ragazzini maleducati che si permettono di fare gesti del genere come se fosse una roba normale. Queste situazioni non devono più accadere e per questo ho voluto denunciare pubblicamente l’accaduto».