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I pompieri di Frassinoro salutano il “capo” storico

Daniele Montanari
I pompieri di Frassinoro salutano il “capo” storico

Domani Dino Fontana va in pensione: gli subentra Sassatelli Per 11 anni ha guidato il distaccamento di volontari sul crinale

09 dicembre 2023
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Frassinoro. Domani i vigili del fuoco volontari di Frassinoro salutano il loro storico capo distaccamento.

L’11 dicembre infatti è il giorno del 61° compleanno di Dino Fontana, che coincide con il limite d’età per ricoprire ruoli operativi nei pompieri. Cosa che lui ha fatto dal 1999, sempre come volontario, con modalità tali da guadagnarsi la fiducia per il ruolo di guida del gruppo di Frassinoro per 11 anni, dal 2012, promosso poi caposquadra nel 2019.

LA STORIA 

Il distaccamento di Frassinoro è diventato operativo nell’aprile 2005, presso la sede messa a disposizione dal Comune, e lui era nel nucleo dei fondatori, guidati da Luigi Marcolini. Con il subentro nel 2012, Fontana è diventato il capo più longevo nella storia del distaccamento, lasciando un segno profondo. A raccogliere il testimone domani sarà il caposquadra Massimiliano Sassatelli, anche lui del nucleo dei fondatori, che diventerà il nuovo capo distaccamento. «Purtroppo la legge è chiara: a 61 anni bisogna lasciare l’operatività – nota – altrimenti Dino, con tutto quello che ha fatto, sarebbe stato senz’altro votato ancora all’unanimità da tutti noi come capo».

L’INTERVISTA

Fontana, come vive il momento della pensione?

«Beh, pensione solo come volontari dei vigili del fuoco, perché resto ancora al mio lavoro alla Sisteck di Sassuolo, azienda di progettazione hardware e software di cui resto titolare. Certo, lascio una parte importante di vita a cui ho voluto dedicarmi, lascio un gruppo fantastico e il ricordo di tante esperienze importanti vissute assieme. Mi mancherà tanto tutto questo, perché ci ho messo anima e cuore in questa esperienza. Mi mancherà la sirena e il viaggio sul camion. Ma i ragazzi non li lascio: sarò sempre a disposizione del gruppo per tutto quanto potrò fare di supporto».

È molto fiero del gruppo...

«E a ragione, perché il distaccamento di Frassinoro è diventato una realtà importante per la montagna, per la provincia e anche per la regione. Siamo stati in prima linea nell’alluvione che ha colpito a maggio la Romagna, nel terremoto del 2012, ma anche nel sisma del 2009 in Abruzzo. Abbiamo avuto un “battesimo” tosto con la fuga di gas a Vitriola nel 2005, e siamo stati all’altezza del compito. Facciamo una media di 200 interventi all’anno, che vuol dire circa quattro a settimana, in un territorio che altrimenti dista almeno un’ora dal distaccamento più vicino, quello dei vigili del fuoco permanenti di Sassuolo. Diventano poi un’ora e mezza o due d’inverno con la neve, andando verso il crinale. Con tutto quel che significa in situazioni d’emergenza dove la rapidità d’intervento è fondamentale. Il distaccamento di Frassinoro ha saputo guadagnarsi stima e fiducia. Un grazie per questo a tutti i ragazzi, di cuore. Ma grazie anche al Comando di Modena – dai funzionari agli operativi, gli amministrativi e i magazzinieri – che in questi anni ci hanno sempre supportato. E grazie ovviamente a tutti i comandanti: abbiamo lavorato molto bene insieme».

Perché si fa il pompiere volontario? Non deve essere semplice conciliare l’impegno con il lavoro...

«A volte non è semplice, a volte bisogna trascurare la famiglia e gli amici, in qualunque giorno dell’anno. Noi non siamo stipendiati, ma i ringraziamenti che riceviamo dalla gente ci danno molto di più. Il nostro è un esserci nel momento del bisogno solo per aiutare. Un impegno civile di grande respiro».

E infatti giovedì ha ricevuto un premio a Reggio...

«Una bella sorpresa: sono stato nominato Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana in Prefettura a Reggio (dato che sono residente a Castellarano) per quanto ho fatto nella vita a livello sociale».

Un auspicio per il distaccamento di Frassinoro?

«I ragazzi per Santa Barbara mi hanno dato un album con le foto ricordo di questi anni: ecco, vorrei che dalla nostra storia traessero sempre il coraggio necessario per affrontare le nuove sfide. Ma so che Massimiliano li saprà guidare benissimo. E vorrei che sempre nuovi giovani si unissero a noi. A gennaio andrà in pensione anche un altro dei fondatori, Maurizio Piacentini, e serve il ricambio generazionale».