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L'intervista

«Mille vite salvate in mare, continueremo a farlo. I soldi? Il bilancio dell’associazione è pubblico»

di Ernesto Bossù
«Mille vite salvate in mare, continueremo a farlo. I soldi? Il bilancio dell’associazione è pubblico»<br type="_moz" />

Giuditta Pini, ex deputata Pd, è nel consiglio direttivo di Mediterranea Saving Humans: «Le intercettazioni non si sa come siano uscite e non c’entrano con l’indagine della Procura»

12 dicembre 2023
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MODENA. Giuditta Pini, già deputata del Partito democratico e ora componente del consiglio direttivo della Ong Mediterranea, è chiara: «Quelle riportate dal quotidiano La Verità non sono definibili notizie».

Il riferimento è al finanziamento che alcune Diocesi d’Italia, tra cui compare quella di Modena-Nonantola, hanno concesso a Mediterranea, Organizzazione non governativa da anni attiva nel salvataggio di migranti in mare. Negli articoli in questione, che da oltre una settimana permeano il dibattito pubblico, si fa riferimento a oltre due milioni che sarebbero stati trasferiti da alcune Diocesi – e, di conseguenza, con l’approvazione dei vescovi titolari – a Mediterranea durante gli ultimi quattro anni.

Pini, partiamo da qui: avete ricevuto davvero più di due milioni di euro?

«Assolutamente no, la cifra è decisamente più bassa. Peraltro, aggiungo, il bilancio dell’Associazione è pubblico e chiunque lo può consultare sul sito. Non abbiamo mai fatto nulla di nascosto».

Quindi alcune Diocesi vi finanziano?

«Sì, come lo fanno enti terzi, organizzazioni laiche, ed altri ancora. Ringraziamo tutti, anche il vescovo Castellucci. Non c’è nulla di male, soprattutto in considerazione del fatto che, sia pure con le dovute differenze, questa dinamica è aperta a tutti».

Non trova che sia però moralmente discutibile che delle Diocesi, i cui titolari, i vescovi, fanno riferimento allo Stato del Vaticano, concedano denaro a organizzazioni come la vostra?

«Le Diocesi fanno diverse donazioni ad associazioni varie. Noi non siamo in alcun modo un “braccio” della Conferenza episcopale. Si potrebbe poi dire lo stesso delle mense dei poveri, e di altro ancora. Il nostro unico scopo è salvare vite in mare».

Il fatto che tutto il sistema funzioni in un determinato modo non lo rende immune da critiche…

«Perciò dico che bisogna ripristinare la missione di salvataggio e soccorso europea: così, in questo modo, i migranti in difficoltà in mezzo al mare saranno aiutati dal pubblico. Ricordo che questo strumento fu smantellato da Salvini nel 2018».

Poi il Partito democratico, insieme al Movimento 5 stelle, è tornato al governo due anni più tardi. Non avevate modo di ripristinarlo?

«C’era chi la riteneva una priorità come me e chi, invece, l’aveva messo in secondo piano. Non dimentichiamoci che quelli furono anche gli anni della pandemia».

Passiamo alle chat. Lei ne era al corrente?
«No, le ho lette sui media».

E cosa ne pensa?

«Mi chiedo come siano uscite. Voglio dire: non sono presenti all’interno del fascicolo di indagine che la procura ha consegnato agli indagati. È una violazione del codice penale, oltre al fatto che l’inchiesta non verte su questi messaggi».

Però le chat sono anche quelle di Casarini. Il suo nome compare nel registro degli indagati.

«D’accordo, ma i messaggi non sono in alcun modo propedeutici all’argomento per cui quel fascicolo, al quale non è per ora seguito un rinvio a giudizio, è stato aperto».

Prenderete contromisure?

«Abbiamo già sporto denuncia».

Ha parlato con don Mattia Ferrari e gli altri componenti di Mediterranea?

«Ogni settimana si riunisce il Consiglio direttivo, perciò sì. Questa vicenda ci dà ancora più forza nel proseguire. Abbiamo salvato oltre mille vite in mare e continueremo su questa strada».

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