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Modena, un cane per far respirare i pazienti: pet therapy al Policlinico con Jack

Ginevramaria Bianchi
Modena, un cane per far respirare i pazienti: pet therapy al Policlinico con Jack<br type="_moz" />

Il quattro zampe è in campo nel progetto sperimentale fino a giugno 2024

21 dicembre 2023
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Un percorso di pet therapy per i pazienti con sclerosi sistemica e fibrosi polmonare, una boccata d’aria fresca per persone costrette a convivere con malattie complesse, ingombranti e limitanti.

Il progetto, promosso dall’Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena, si chiama “Respira-Mo-insieme agli animali”, e l’obiettivo è valutare i diversi benefici dati dall’interazione tra assistiti e animali, in particolare con Jack, il protagonista a quattro zampe.

IL PROGETTO: LA MENTE E IL CORPO
Ci sarà tempo per partecipare all’iniziativa fino a giugno del 2024. Durante i sei mesi di prova si verificherà quanto la sfera psicologica, alleggerita dalla presenza degli amici a quattro zampe, possa avere impatto sulla condizione fisica, che compromette la quotidianità del paziente. La sclerosi sistemica è una patologia cronica rara a eziologia sconosciuta, caratterizzata da fibrosi diffusa, anomalie vascolari cutanee, articolari e degli organi interni. Non ha una terapia definita e comporta parecchi disagi, anche per le azioni più semplici.

La Ipf (fibrosi polmonare idiopatica), invece, colpisce l’interstizio polmonare e conduce allo sviluppo di cicatrici che irrigidiscono i polmoni, impedendone la normale espansione e funzione. Anche in questo caso, ancora nessuna terapia efficace. E la prognosi rimane scarsa.

IL DIRETTORE GENERALE VAGNINI
«I malati reumatici devono convivere con la cronicità. Quasi sempre affrontano i trattamenti isolandosi da tutti, anche dagli altri pazienti. Abbiamo voluto avanzare un tentativo di interazione che potesse affievolire l’aria pesante che si percepiva nei reparti, li vediamo spesso riversi sullo schermo del proprio cellulare. Soli – accenna Claudio Vagnini, direttore generale dell’Aou di Modena – Il progetto prevede quarantacinque incontri di un’ora e un quarto circa l’uno. In ogni attività saranno coinvolti due operatori ed un cane. Speriamo che il nostro intento di umanizzare le cure, anche in questo caso, vada in porto. Le sensazioni durante i periodi di malattia rimarcano l’importanza di una sanità capace di sperimentare nuovi approcci per affrontare la sofferenza della persona nella sua complessità».

L'UTILITA' DELLA PET THERAPY
I pazienti affetti da fibrosi polmonare idiopatica, per altro, possono avere disabilità forti, oltre che limiti durante la quotidianità. Perciò la pet therapy può essere utile anche nel miglioramento dei sintomi attraverso un importante influsso positivo sulla qualità della vita.

«Parliamo di animali buoni e allegri, quando ci riferiamo ai cani. Non giudicanti. Non si curano dell’aspetto del paziente, ma cercano di concentrarsi su quello che può offrirgli – prosegue Margherita Carretti, operatrice pet therapy – La solidarietà e il senso d’appartenenza tipicamente canino calzano a pennello con l’iniziativa che, non a caso, si intitola Respira-Mo».

Un momento di svago per il paziente, a finestra sul mondo per coloro a cui la routine è stata spazzata via. E’ un progetto pilota, che tende ad accompagnare il paziente nel suo percorso con la malattia facendo attenzione anche agli aspetti dell’anima cercando di cogliere a pieno il significato di “prendersi cura della persona”.