Gazzetta di Modena

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L’intervento

«Modena, adottiamo lo sguardo dei bimbi Loro vogliono soltanto la pace»

Erio Castellucci
«Modena, adottiamo lo sguardo dei bimbi Loro vogliono soltanto la pace»

Il messaggio di Natale del vescovo Erio Castellucci: «Ideale da perseguire»

23 dicembre 2023
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Modena. Pochi giorni fa, in pubblica assemblea, un papà ha lanciato una provocazione: e se estendessimo il diritto di voto ai bambini? I presenti hanno reagito con un sorriso, al quale mi sono allineato anch’io. Poi però ho pensato che questa proposta, per quanto irrealizzabile, risolverebbe almeno un problema: quello della guerra.

Sono sicuro che tutti i bambini, in un ipotetico referendum propositivo, voterebbero all’unanimità “sì” per la pace. Sarebbe un plebiscito. Genitori e maestre delle scuole dell’infanzia e delle primarie sostengono che in questo tempo la prima intenzione di preghiera dei bimbi è per la pace. Loro sanno che alla guerra si può giocare per finta, ma che solo la pace è una cosa seria. Invece gli adulti, soprattutto quelli che detengono le leve del potere, usano giocare per davvero alla guerra, con le vite degli altri.

È incredibile che nel terzo millennio, dopo secoli e secoli di conflitti sanguinosi che sembravano lasciare il passo a civiltà illuminate, sagge e pacifiche, si combattano ancora decine di guerre nel mondo. I bimbi dell’Ucraina e della Terra santa, che vedono i loro cari morti, le loro case esplose e i loro stessi corpi feriti, quali traumi incancellabili stanno vivendo? E con loro i bimbi armeni, azerbaigiani, yemeniti, etiopi, congolesi, haitiani, pakistani, e di tanti altri paesi in lotta tra di loro o al loro interno. È uno sterminio di corpi e cuori di cui l’umanità del futuro si vergognerà, come ora accade per i lager nazisti e per i gulag sovietici.

Per tutte le persone di buona volontà la pace è un ideale da perseguire. Per i cristiani la pace non è solo un ideale, ma è un corpo: “Cristo è la nostra pace”, dice San Paolo (Efesini 2,14). La pace ha preso carne, ha la forma di un piccolo concepito a Nazareth e nato a Betlemme. Un neonato evoca fragilità e tenerezza insieme. Fragilità, perché necessita di tutto: la pace non è data una volta per sempre, ma ha bisogno di essere accolta, accudita, curata, alimentata, cullata. Tenerezza, perché convoca attorno a sé parenti e amici, stringendoli nell’affetto verso il nuovo arrivato; la pace, continua San Paolo, “abbatte il muro di separazione”, crea legami tra i lontani. In un tempo nel quale i nostri occhi sono pieni di immagini violente, adottiamo lo sguardo dei bimbi, seguendo Gesù che li ha indicati come modello per gli adulti: “se non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli” (Matteo 18,3).

Oggi possiamo permetterci di aggiungere che, se non ci uniamo ai bambini nel plebiscito per la pace, non potremo attraversare più nemmeno i regni della terra, perché l’avremo devastata.