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Maserati chiude a Grugliasco: «Ma a Modena si investirà»

Ernesto Bossù
Maserati chiude a Grugliasco: «Ma a Modena si investirà»<br type="_moz" />

Lo storico stabilimento piemontese ha definitivamente fermato la produzione. Stefania Ferrari (Fiom): «Non siamo tranquilli, ma siamo positivi per il futuro»

24 dicembre 2023
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A Torino ha chiuso definitivamente, venerdì scorso, lo stabilimento.

A Modena, invece, si prospettano investimenti. Maserati, casa automobilistica nata in casa dei cugini bolognesi ma che vanta, come sede centrale, quella di viale Ciro Menotti, sta vivendo una situazione quasi contraddittoria.

A spiegarlo è Stefania Ferrari, segretaria della Fiom modenese: «Il gruppo Stellantis, holding che possiede, tra le altre, la stessa Maserati, versa in una condizione generale di crisi. Ed è certo che le operazioni di chiusura operate in questo periodo – il riferimento è all’ultimo stabile torinese in cui sono state abbassate, lo scorso venerdì, definitivamente le serrande – non fanno stare tranquilli i dipendenti».

Accanto a ciò va però sottolineato il fatto che il Tridente ha promesso, a lungo termine, investimenti importanti all’interno di un più ampio piano aziendale che appare, perlomeno a parole, piuttosto positivo. Lo stesso documento con le linee di indirizzo produttive è stato consegnato tempo fa ai sindacati, con Stefania Ferrari che lo giudica «positivo. Insomma, se le idee si dovessero tradurre in fatti concreti, ecco allora che i lavoratori modenesi potrebbero stare più tranquilli».

A Modena sono presenti due stabilimenti di Maserati. Il primo, quello principale, si trova in viale Menotti: qui è ospitata anche la direzione amministrativa. Il secondo, invece, è in via Emilia Ovest e, nello specifico, è un Innovation Lab, ossia un centro di ingegneria e progettazione del brand. I lavoratori, nel complesso, sono poco più di un migliaio, di cui quasi trecento completamente smistati all’interno dell’ambito produttivo. Si tratta di una cifra, quest’ultima, non elevata rispetto ad altre aziende del settore di una grandezza simile. Ma ciò ha una ragione piuttosto chiara: a Modena si produce unicamente un modello di macchina, la MC20, un vero e proprio gioiellino del tridente. Rispetto alla situazione dei metalmeccanici operanti all’interno degli stabili gialloblù della Maserati: non sono un numero elevato ma ciò non porta necessariamente a un quadro contrattuale positivo. Come aggiunge in conclusione Ferrari, infatti, «alle lavoratrici e lavoratori di Maserati non viene applicato il Contratto collettivo nazionale di lavoro, come a tutti i metalmeccanici, ma si applica il Contratto collettivo specifico di Lavoro, mai condiviso dalla Fiom Cgil. Cosa significa in termini pratici? Per effetto dell’applicazione di questo contratto le giornate di fermo produttivo trasformano quelle ore di stop in “cambiali”. Infatti le ore di lavoro “perse” per il fermo produttivo deciso dalla Maserati restano in capo all’azienda che ne potrà disporre nei momenti in cui lo ritenesse necessario».

Infine si prospettano, a gennaio, per i metalmeccanici di Maserati, alcune giornate di Cassa integrazione.