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Modena e una sanità in difficoltà: «Le lunghe attese di Natale? Troppi casi e pochi medici»

Davide Berti
Modena e una sanità in difficoltà: «Le lunghe attese di Natale? Troppi casi e pochi medici»

Il sindacato Cisl: «Senza risorse è il flop della riforma dell’emergenza-urgenza». E dal 1° gennaio nuovi problemi: «I disagi saranno dalla Bassa all’Appennino»

28 dicembre 2023
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«Devo essere sincero: quello che è successo non mi sorprende. Anzi, è la conferma del fatto che non possono funzionare le riforme a due fichi, senza investimenti. E’ urgente che Ausl faccia quello che chiediamo da giugno e che ha evitato fino ad oggi: mettere sul tavolo un progetto con una visione a 360° che unisca continuità assistenziale, i nuovi Cau e il 118. Un progetto ma anche le risorse umane ed economiche per farlo camminare».
Così Gennaro Ferrara, segretario Cisl Funzione Pubblica, responsabile della Sanità, commenta il default natalizio del numero unico di Continuità assistenziale che ha sostituito la vecchia guardia medica, documentato nel reportage di ieri dal nostro giornale.
«Cisl vuole partecipare al cambiamento e condividiamo non una ma 100 volte che l’obiettivo sia alleggerire il pronto soccorso, ingolfato da casi senza una particolare urgenza. Quello che non funziona è la pia speranza di riorganizzare l'emergenza urgenza senza confronto con medici, infermieri, volontari e sindacati», prosegue Ferrara.

SERVIZI E MEDICI
Nel “centralone”, come viene chiamato in gergo il servizio che risponde al numero 800032032, dovrebbero essere schierati otto medici nel turno diurno e sei nel turno di notte. Da metà gennaio questo turno, peraltro, ridurrà i dottori a disposizione.
«Bene, nel giorno di Natale e in quelli immediatamente precedenti c’era il 50% del personale necessario e l’overbooking di chiamate è stato inevitabile - continua Cisl - Sono cifre riferite da chi lavora al centralone, per capirci. Cifre che suscitano una domanda: come possono otto medici gestire centinaia di chiamate nei periodi di picco? Come possono non impazzire e garantire tempi di attesa decenti alle persone?».

DOPO IL COLLASSO
«Il collasso del centralone insegna tre cose, molto nette. La prima: “La riforma dell’emergenza urgenza non ha abbastanza personale sanitario. Vogliamo vedere da Ausl un piano per assumere nuovo personale e come pagare e formare chi è già in prima linea. Sono mesi che aspettiamo un confronto vero», spiega Ferrara.
La seconda: la gente comune non conosce le novità come il Cau o il numero unico che ha sostituito la guardia medica, un aggravante in più rispetto a quanto accaduto a Natale a centinaia di modenesi: «Non possiamo lasciare che una famiglia che ha bisogno d’aiuto debba cercare il numero verde col lanternino sul sito di Ausl». Per Ferrara «occorrono tanta, tanta comunicazione e un budget per raggiungere anche chi non sa muoversi con internet. Quindi pubblicità sulla stampa, sulle tv, sulle radio e con le affissioni. Senza questi passaggi sarà inevitabile avere ancora e sempre un pronto soccorso stracolmo. Cisl si è offerta per aiutare ad informare la cittadinanza con iniziative ad hoc insieme ai vertici Ausl ma la direzione generale ha ritenuto di declinare rimandando sine die».
Terzo problema: il Centro per Assistenza Urgenza a Modena deve ancora partire «ma è scontato - continua Cisl nella sua analisi - che medici e infermieri verranno tolti dai servizi del pronto soccorso per sostenere il nuovo Cau. Sembra il gioco delle tre carte e il rischio che il sistema salti è consistente».
Problema che si porta appresso anche la riforma del 118: «Su Modena verrà tolta una ambulanza diurna con sanitari professionisti, dal 1° gennaio sparirà un’autoinfermieristica a Mirandola e Ausl vuole ridurre le ore di servizio degli infermieri sui mezzi dei volontari a Zocca, Montese e Rocca Malatina, dando un brutto messaggio ad un pezzo di Appennino. Tutto questo per rastrellare personale da lanciare sui Cau».

RIVOLUZIONE O RISPARMIO
Come andrà a finire? Se lo chiede anche la Cisl che ha analizzato quanto accaduto negli ultimi giorni e con preoccupazione si affaccia sul 2024 dove il sindacato auspica novità: «Le rivoluzioni per funzionare devono essere comprese – chiosa Ferrara della Cisl – avere seguito popolare. Correggere il tiro si può ma ora Ausl Modena deve giocare a carte davvero scoperte, per evitare di fare una riforma in stile Marchese del Grillo o, peggio ancora, diffondere l’idea che tutto questo movimento non sia per migliorare un servizio ma per risparmiare. La gente non si cura e non si protegge solo dicendo che abbiamo la sanità più bella del mondo».