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Il caso

«Fino al 2025 nessuno sconto Isee altrimenti le Cra chiuderanno»

Davide Berti
«Fino al 2025 nessuno sconto Isee altrimenti le Cra chiuderanno»

Modena, le parole dell’assessore regionale Igor Taruffi fanno infuriare sindaci e sindacati Da febbraio 123 euro in più al mese: la Regione vuole tagli lineari senza agevolazioni

03 gennaio 2024
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Modena Non saranno contenti i cittadini nel leggere quanto contenuto nei verbali della Regione. Si tratta, nero su bianco, delle parole dell’assessore Igor Taruffi sul caso dell’aumento delle rette nelle Cra, parole che suonano più o meno così: troppo complicato parametrare gli aumenti alla certificazione Isee, si aumentano indistintamente le rette di tutti perché altrimenti i gestori non ce la fanno, poi nel 2025 si vedrà.

Ma andiamo con ordine. Di quali cifre stiamo parlando? Come stabilito dalla giunta regionale, le rette passeranno da 50 a 54,10 euro al giorno, con un rincaro di 4,10 euro, che equivale all’8,2%. Un aumento che significa che ogni famiglia modenese che ha una persona in una Cra o un Csrr spenderà 123 euro in più al mese e 1476 all’anno, praticamente una mensilità in più.

Bene, l’applicazione dell’Isee poteva essere un piccolo salvagente: nemmeno questo, ora solo i singoli Comuni potranno agire per alleviare l’esborso dei modenesi. Modena, ad esempio, ha già detto che ci sta pensando, anche perché il taglio lineare penalizza proprio i redditi più bassi. Ma la Regione non la pensa proprio così, tanto che i sindacati non l’hanno presa bene, così come alcuni sindaci.

Cosa ha detto precisamente Taruffi in commissione? L’assessore Taruffi ha evidenziato «che la situazione attuale è frutto di non scelte degli ultimi vent’anni e che attualmente non si può più tergiversare. Infatti, la questione non è se aumentare o meno, ma se voler supportare l’intero sistema oppure no. L’assenza di interventi e aumenti comporterà o una riduzione della qualità dei servizi, la riduzione del personale nelle strutture e la chiusura delle stesse; ciò non può essere considerato. I suggerimenti legati alla progressività - continua Taruffi nel verbale - sono condivisibili, si inseriranno nell’ambito delle riflessioni per la ridefinizione del sistema di accreditamento sociosanitario, ma se ne potrà parlare dal 2025 in avanti, poiché ulteriori attese ad aumentare le tariffe comporteranno il venire meno dei soggetti gestori. A fronte di ciò, si è ben consapevoli dell’impatto sociale e delle responsabilità che tali interventi comportano, ma Regione ed Enti Locali devono collaborare e fornire riscontri, soluzioni e posizioni condivise e unitarie, ciò è necessario per la tenuta dell’intero sistema, che al momento deve resistere fino al 2025, quando si rinnoveranno gli accreditamenti e i soggetti gestori e si potrà valutare l’inserimento di sistemi di progressività delle tariffe e altro».

Il costo complessivo per i servizi residenziali per anziani è di 21 milioni e 300 mila euro, di cui quasi 10 milioni a carico del Fondo regionale per la non autosufficienza. Il costo sostenuto dal Comune per le strutture residenziali per anziani, nel 2022, è stato di 2 milioni e 900mila euro, di cui oltre 2 milioni per abbattere le tariffe degli utenti meno abbienti. Il costo complessivo per i servizi residenziali per disabili è di 6 milioni e 300mila euro, di cui oltre 4 milioni e 600mila a carico di Fondo regionale per la non autosufficienza e Fondo sanitario. La decisione di adeguare le rette a carico dell’utenza dall’1 febbraio, termine massimo fissato dalla Regione, anziché da gennaio, è stata presa in sede di Conferenza Territoriale Socio sanitaria provinciale e vale per tutti i Comuni della provincia. Il Comune di Modena ne ha quindi subito informato i gestori.