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Modena, partono i saldi: le regole per i cambi e le date

Modena, partono i saldi: le regole per i cambi e le date

Ma alcuni commercianti sono critici. Ogni modenese spenderà in media 140 euro

04 gennaio 2024
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Iniziano domani (venerdì 5 gennaio), alla vigilia dell’ultimo weekend di feste, i saldi invernali 2024 in Emilia Romagna: lo shopping scontato interesserà nella provincia di Modena oltre 300mila famiglie e ogni persona spenderà circa 140 euro, per un giro d’affari di circa 450 milioni: sono queste le stime dell’Ufficio Studi Confcommercio Modena.

IL PARERE DEI COMMERCIANTI

Il giudizio dei commercianti su questa tipologia di saldi non è unanime. C’è chi sostiene che si tratti di una grande opportunità e chi, invece, vorrebbe cambiare tutto.

«I dati sono stime che evidenziano una tenuta della propensione al consumo dei modenesi – commenta Athos Albrizzi, della presidenza provinciale di Federmoda – dopo un anno complicato in cui il settore moda ha contribuito in maniera determinante alla discesa e al contenimento dell’inflazione; questi saldi rappresentano un’eccezionale opportunità per i consumatori che potranno trovare nei negozi di moda un vasto assortimento di prodotti di qualità a prezzi convenienti».

«Il fashion retail si conferma una componente essenziale per accresce il valore e la vitalità delle nostre città, dei nostri centri – prosegue Albrizzi – l’80% dei consumatori preferisce infatti acquistare la merce scontata all’interno dei punti vendita fisici piuttosto che attraverso i canali online, grazie alla sensazione di maggiore fiducia e garanzia che è possibile trovare nei negozi di vicinato».

Il 2023 è stato un anno particolare per il settore moda, segnato dal calo delle vendite dei capi di abbigliamento invernali a causa dal caldo fuori stagione e dalle temperature anomale che hanno caratterizzato i mesi autunnali.

«Le temperature medie più alte del normale, che si sono protratte durante tutto il periodo autunnale, hanno condizionato in modo negativo le vendite dei capi invernali – sottolinea Albrizzi – per i negozi di abbigliamento ed in particolare per quelli di calzature è iniziato da poco il momento di vendere gli articoli invernali: in vista della riduzione delle temperature, quello dei saldi è dunque il momento giusto per fare “scorta” a prezzi che si preannunciano molto vantaggiosi».

«Resta il fatto – conclude Albrizzi – che in un contesto di mercato caratterizzato dalla concorrenza sleale di player online perennemente in promozione/saldo, appare urgente rivedere la disciplina su saldi e promozioni, riducendo il periodo di saldi da otto a quattro settimane e introducendo maggiore flessibilità sulle promozioni».

C’È CHI DICE NO

«Dopo un mese di dicembre in cui le famiglie hanno avuto più spese, proporre immediatamente dei saldi sembra un controsenso. Urge un ripensamento dell’intero sistema di scontistiche, che ormai appartiene a un pensiero superato del consumatore».

Cinzia Ligabue, presidente Licom, si esprime con queste parole a poche ore dall’avvio dei saldi invernali, che dureranno 60 giorni, cessando il 4 marzo.

«Tra Covid, inflazione e anche cambiamento climatico, basti pensare al clima mite nei giorni natalizi – rimarca la presidente Ligabue – sono cambiate le stagioni e le abitudini del consumatore. Come Lapam Confartigianato da anni ormai chiediamo di ripensare il sistema saldi, slittando i periodi di sconti che sono ad oggi appartenenti a un modello ormai desueto del pensiero di fare acquisti».

«Dopo il periodo di Natale, in cui le famiglie hanno fatto compere per i regali, sono poche le famiglie – prosegue Ligabue – che hanno ancora voglia e, soprattutto, possibilità di comprare, visto anche il costo della vita che è andato notevolmente verso l’alto. Sarebbe opportuno posticipare i saldi almeno di un mese, per permettere anche a noi commercianti di vendere prima di iniziare a svendere. Siamo aperti al confronto con i decisori politici per rivedere il sistema sconti italiano, così da poter mettere in campo soluzioni concrete che vadano nella direzione di una maggior fruizione dei negozi tradizionali, minacciati, come spesso ribadiamo, da un online sregolato e che la fa da padrone».

LE REGOLE

La possibilità di cambiare un capo acquistato è lasciata alla discrezionalità del negoziante a meno che non sia danneggiato o non conforme, in questo caso scatta l’obbligo di riparazione o sostituzione

Nel caso in cui ciò risulti impossibile, si procede con la riduzione o con la restituzione del prezzo pagato (il compratore è tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto); non c'è obbligo per la prova dei capi, rimessa alla discrezionalità del negoziante; le carte di credito devono essere accettate e vanno favoriti i pagamenti cashless.