Gazzetta di Modena

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Il lutto

Castelfranco dice addio a “Canaun” Masetti, storico allenatore di basket

Ginevramaria Bianchi
Castelfranco dice addio a “Canaun” Masetti, storico allenatore di basket<br type="_moz" />

Generazioni di ragazzi e ragazze sotto la sua guida: «Lascia un grande ricordo»

07 gennaio 2024
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CASTELFRANCO. Tutti lo ricordano per la sua energia, per le gote rosso fuoco durante le partite e per la paterna abitudine di dare a ogni suo allievo un originale soprannome che poi, volente o nolente, lo avrebbe accompagnato per tutta la vita. Quel tono severo e irruento, ma sempre formativo, che gli ha garantito durante tutta la carriera da sportivo un soprannome emblematico: “Cannone” o, ancora meglio, “Canaun”, in dialetto.
Mario Masetti, storico allenatore di pallacanestro a Castelfranco Emilia, se ne è andato all’età di 88 anni, lasciando la moglie Luisa e il figlio Paolo. Non c’è stato un funerale aperto al pubblico, le esequie hanno avuto luogo due giorni fa in forma privata alla presenza dei familiari: una scelta con lui condivisa.

UNA VITA PER LO SPORT
Castelfranco e la sua comunità sportiva piangono uno dei loro migliori protagonisti. “Canaun” ha iniziato il suo percorso da allenatore negli anni Cinquanta, quando si giocava all’aperto perché le palestre di paese erano scarsamente attrezzate. Sotto i suoi occhi sono passate generazioni di ragazzi e, soprattutto, di ragazze, che lo hanno fatto diventare uno dei pionieri del basket femminile. Durante le lezioni era temuto per il timbro della voce, profondo e intimidatorio, ma non c’era nemmeno un atleta che non lo stimasse o che non lo ritenesse all’altezza del suo ruolo educativo.

IL RICORDO DELL'ALLIEVO
«Che fosse di persona o per sentito dire, tutti a Castelfranco conoscevano “Cannone”: era un’istituzione - racconta Luca Sabattini, ex allievo di Masetti, oggi consigliere regionale del Pd - È stata una guida per me, come per tutta la comunità. Era sempre presente alle iniziative politiche e alle cene delle campagne elettorali: non si dimenticava mai di ricordare che ero uno dei suoi ragazzi. Lo diceva con orgoglio, aggiungendo sempre che era un bene che mi dedicassi alla politica, piuttosto che al basket. Era una persona molto legata alle proprie radici e ai compaesani che, lo stimavano tantissimo».

IL CORDOGLIO
E l’affetto è percepibile. Negli ultimi giorni i social media si sono riempiti di messaggi di cordoglio per i suoi cari e di vecchi ricordi, tutti testimoniati delle sue piccole giovani leve, ormai grandi e vaccinate, che non hanno potuto fare a meno di descriverlo come una persona giocosa e di cuore.
«Mario dava vita a questo paese - testimonia Leonardo Pastore, assessore allo sport - Ha trasformato tanti bambini e bambine in cittadini e cittadine, perché lo sport è una palestra tanto fisica quanto mentale, e lui lo sapeva bene. Ha trasmesso valori insindacabili attraverso la disciplina sportiva. Il suo ricordo rimarrà impresso nelle menti di tutti noi».