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Il lutto

Modena dice addio a Zeno Mattioli, il “padre” dei locali di mezza città

Gabriele Canovi
Modena dice addio a Zeno Mattioli, il “padre” dei locali di mezza città<br type="_moz" />

È stato il primo gestore della Baracchina di viale Amendola e dell’Embassy

07 gennaio 2024
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MODENA. Negli anni Settanta aveva dipinto la città con le sue “creazioni” aprendo locali in ogni zona. Da viale Amendola con la storica Baracchina fino al centro storico, dove aveva trasformato il “Caffè del Collegio” facendolo diventare il locale che tutti conosciamo ora. Senza dimenticarci, poi, dell’Embassy, del bar Gallucci e della gelateria Mattioli. Insomma, pietre miliari della storia della città con un comune denominatore: il nome di Zeno Mattioli, a tutti gli effetti padre dei locali di mezza città.

IL LUTTO
Da venerdì, Mattioli non c’è più: aveva 89 anni e con la sua vena imprenditoriale ha contribuito a costruire la città che vediamo oggi. «È stato il primo gestore anche del K2 di via Marsala a Bologna, della gelateria Mattioli di Montale, quella di Pozza di Maranello e di un locale anche a Lido di Spina. E sono certo di averne dimenticato qualcuno». La voce, o meglio dire la penna dato che si tratta di una lettera, è quella dello storico amico e socio Ivano Baldoni.

LO STORICO SOCIO
Per decenni sono stati l’uno la spalla dell’altro: «Ma come avrebbe detto lui – continua Baldoni – non sarebbe riuscito a fare nulla senza l’aiuto di sua sorella Ines di sua nipote Renza, dei figli Lucio, Marco e dei vari collaboratori che negli anni si sono aggiunti. Era anche modesto. Io ho avuto il piacere di lavorare con lui in cinque di questi locali, è stata una cosa fantastica. Con lui ho vissuto anni stupendi, condividendo gioie e dolori, dire che tutto era iniziato più di cinquanta anni fa: c’era tanta neve in città sulla via Vignolese». E cosa succedeva? «Io mi recavo a piedi al bar Capitol per lavorare e nel weekend, dopo le 70 ore settimanali passate nel locale, andavamo a cena con le rispettive famiglie. Amava quelle tavolate con più di venti persone – erano una trovata fantastica – amava vederci felici intorno ad un tavolo: era il suo modo perché fare squadra. Perché lo faceva? Era un brav’uomo che amava il suo lavoro e le persone che gli permettevano di svolgerlo».

I RICORDI
Mattioli era uno di quei gestori “di una volta”, dava del lei ai clienti, li rispettava e in cambio otteneva rispetto. «Tra di noi – continua – non è mai mancata la stima: è stato prima il mio datore di lavoro, poi un socio e ora che non c’è più, mi rendo conto di avere perso un amico, un grande amico. Se ne è andato con garbo in silenzio come una foglia in inverno senza disturbare nessuno, ma ci tengo a che più persone sappiano che abbiamo perso un grand’uomo. Ora me lo immagino rivolto al tramonto, così tutti i giorni può assistere allo spettacolo guardando il giorno che muore nella luce del tramonto e lascia posto alle stelle. Ciao Zeno – conclude – fai buon viaggio, grazie di tutto, vivrai sempre nelle mie parole». Stamattina alle 10 nella chiesa di Colombaro di Formigine si terranno i funerali (Onoranze funebri Ferrari di Carpi).