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Il procedimento

Sassuolo, accusati di tortura su un uomo: prima udienza per gli agenti

Stefania Piscitello
Sassuolo, accusati di tortura su un uomo: prima udienza per gli agenti

Il legale della vittima: «Aveva la glicemia a 28, siamo parte civile»

09 gennaio 2024
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Sassuolo Entrerà nel vivo a febbraio il procedimento a carico dei quattro agenti di polizia locale di Sassuolo accusati di avere torturato un uomo al pronto soccorso mentre si trovava in uno stato di semi incoscienza. Ieri mattina in tribunale a Modena erano presenti sia i presunti aggressori che la presunta vittima che, assistita dall’avvocato Caterina Arcuri di Reggio, si è costituita parte civile.

I fatti contestati sarebbero avvenuti la notte tra il 15 e il 16 ottobre 2021, quando l’uomo di nazionalità marocchina era stato portato al pronto soccorso dopo essere stato trovato per strada in condizioni critiche, in grave crisi ipoglicemica. Una patologia per cui, già in passato, aveva fatto accesso all’ospedale. Ebbene, secondo la Procura ad un certo punto gli agenti sarebbero arrivati «senza che alcuno avesse richiesto il loro intervento».

Un’accusa pesante, quella mossa ai quattro. Avrebbero infatti immobilizzato il paziente sulla barella, «incastrandogli le braccia tra le sponde, percuotendolo sul petto e al capo, uno di loro salendo con i piedi sul suo bacino mettendosi in posizione accovacciata, chiedendogli con insistenza se avesse assunto sostanze stupefacenti».

Sembra infatti che gli operatori della polizia locale pensassero che l’uomo fosse uno spacciatore. L’uomo inizialmente non aveva presentato denuncia: in un primo momento avrebbe infatti riferito di non ricordare niente di quella notte. Le condotte sono state descritte dal personale sanitario presente. A fare denuncia ai carabinieri era stato il direttore generale dell’ospedale.

L’uomo che sarebbe stato aggredito non parla bene la lingua italiana e anche per questo inizialmente non si sarebbe rivolto alle forze dell’ordine, non avendo ben realizzato cosa fosse avvenuto.

«Era in stato di ipoglicemia – sostiene il suo difensore, l’avvocato Arcuri – Aveva la glicemia a 28, quindi si trovava in uno stato comatoso. I fatti contestati sono gravissimi, e sono stati riferiti da operatori sanitari testimoni oculari di quanto accaduto. Sono fiduciosa che quanto emerso dalle indagini emerga in fase dibattimentale».

I quattro operatori erano stati sospesi temporaneamente dal servizio dopo le accuse. I due agenti semplici, un 34enne residente a Modena e un 26enne di Reggio, hanno fatto nei mesi scorsi ricorso al Riesame che ne ha disposto il reintegro (sono assistiti dall’avvocato modenese Barbara Tassi insieme all’avvocato Valerio Guazzarini del Foro di Bologna, dello studio del prof Vittorio Manes).

I due assistenti, che sono accusati anche di falsità ideologica per aver firmato una relazione di servizio il cui contenuto è considerato non veritiero, sono assistiti dagli avvocati Giovanni Tarquini (per un 38enne di Scandiano) e Roberto Mariani e Fabrizio Canuri (per un 52enne di Formigine).

Ieri in aula uno degli operatori ha fornito la sua versione dei fatti. Il giudice ha rigettato la richiesta di abbreviato per i due e disposto il rinvio dell’udienza preliminare al 5 febbraio.