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Il Pd di Modena verso l’accordo: Mezzetti a un passo dalla candidatura

Luca Gardinale
Il Pd di Modena verso l’accordo: Mezzetti a un passo dalla candidatura

Disgelo con Muzzarelli: nel weekend l’incontro

12 gennaio 2024
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Un piano inclinato che, dopo aver resistito a un paio di tentativi di spostarne l’equilibrio, nelle ultime ore si è inclinato ancora di più verso una direzione: quella dell’ex assessore regionale Massimo Mezzetti.

VERSO L’ASSEMBLEA

La metafora di un dirigente del Pd restituisce bene la situazione del partitone per quanto riguarda la scelta del candidato sindaco, che ora attende solo il faccia a faccia con il sindaco Muzzarelli per arrivare all’assemblea che “incoronerà” l’attuale presidente del Consiglio d’indirizzo della Fondazione Ago a candidato sindaco del Pd e del centrosinistra, probabilmente senza passare dalle primarie di coalizione.

Un Pd che nel giro di poche ore è passato da un rischio molto concreto di “impallinare” Mezzetti, un po’ come Romano Prodi nel 2013 - «solo che in questo caso non c’era Napolitano a salvarci», fanno notare dal partito - a un (quasi) accordo su un candidato considerato molto forte, tanto che tra i dem c’è chi sogna la vittoria al primo turno alle amministrative del 9 giugno prossimo, a maggior ragione se ci sarà anche il Movimento 5 Stelle.

IL RETROSCENA

Tornando alle ultime ore, ieri sera si è riunita la segreteria cittadina allargata ai segretari di circolo e al segretario provinciale Roberto Solomita. Un incontro in programma mercoledì sera, ma rimandato di 24 ore per vagliare (o per escludere, dipende dai punti di vista) le ultime possibilità di andare alle primarie tra gli 8 dem i cui nomi sono emersi nel percorso dei circoli. In particolare, è stato il vicesegretario cittadino Diego Lenzini a far pesare il fatto di avere già raggiunto la dote delle 32 firme necessarie a candidarsi alle primarie, mentre il ticket Guerzoni-Ferrari in questi giorni è stato molto attivo con incontri e telefonate nel caso in cui ci fosse stato un colpo di mano e l’ipotesi Mezzetti fosse stata archiviata.

Ma così non è stato, appunto, perché nonostante le buche degli ultimi giorni il piano era già inclinato verso Mezzetti, e soprattutto perché nel Pd tutti hanno capito una cosa: se fosse saltato anche l’ex assessore regionale, il partito sarebbe saltato per aria, con la seria possibilità di un intervento della segretaria nazionale Schlein per sistemare le cose (in casa di Stefano Bonaccini, peraltro).

LA SINTESI

Alla fine ha prevalso il senso di responsabilità, insomma, anche se questo non significa che non ci siano problemi: per il partito resta la sconfitta di non essere riuscito a fare sintesi sugli 8, concretizzando il ricambio generazionale guidato dai 40enni. Del resto, il malcontento viene proprio da lì, con Lenzini che fino all’ultimo si è detto pronto a farle, le primarie, e la coppia Guerzoni-Ferrari pronta a scendere in campo per rappresentare il sindaco Muzzarelli.

Ora resterà da capire come sarà declinato questo malcontento, così come quello di una parte della componente cattolica, guidata dall’ex presidente della Provincia Emilio Sabattini, che ieri pomeriggio si è trovata a palazzo Europa, anche se molti invitati si sono sfilati ed è arrivata comunque la convergenza su Mezzetti. Restando sui cattolici, con Mezzetti c’è anche la consigliera regionale Francesca Maletti, che la settimana scorsa aveva annunciato la sua discesa in campo: anche lei ha deciso di appoggiare la candidatura a sindaco dell’ex assessore regionale, a patto che ci sia anche Gian Carlo Muzzarelli. Perché il punto centrale è proprio l’attuale sindaco: dopo giorni pieni di tensione, il primo cittadino ha chiamato Mezzetti, invitandolo a un faccia a faccia che si terrà nel weekend e che rappresenterà il “via libera” definitivo alla sua candidatura.

IL CASO CON CARPI

In chiusura, una curiosità piuttosto significativa: se il Pd convergerà su Mezzetti, sia il candidato per Modena sia uno dei due in campo per Carpi (l’attuale assessore Riccardo Righi, che sfiderà alle primarie Giovanni Taurasi) non hanno la tessera del partito che rappresenteranno alle amministrative.