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Frassinoro saluta anche il forno di Sassatella, che chiude per burocrazia

Frassinoro saluta anche il forno di Sassatella, che chiude per burocrazia

Tutto il comune senza pane dopo lo stop del Forno Piacentini

15 gennaio 2024
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FRASSINORO. Sono entrati al ristorante e... sorpresa! Lì, in sala, hanno trovato tutto il paese a tavola per loro. Per salutare e dire grazie, per il servizio che hanno dato per 43 anni.

Momento indimenticabile sabato sera, al Ciocco di Farneta, per Sonia Piacentini e il marito Luca Venturi, titolari del Forno Piacentini di Sassatella, che il 31 dicembre ha chiuso. Non per loro volontà.

LA CHIUSURA DOPO 43 ANNI

La piccola realtà artigianale partita nel 1980 (con i genitori di Sonia, Domenico Piacentini e Rina Maria Bellucci, e lei stessa all’epoca 14enne) è stata schiacciata dalla burocrazia delle normative Ue. Si è vista infatti imposto l’obbligo – come una grande azienda – di nuova certificazione dell’impianto elettrico (che a elettricista morto significa rifacimento completo), di creazione di un bagno interno con spogliatoi (essendo azienda famigliare, non ne avevano mai avuto bisogno) e di istallazione di un montacarichi (qui il pane veniva ancora portato in spalla dal laboratorio al piano superiore, e avvolto in teli di lino).

Una spesa di decine di migliaia di euro, ma soprattutto un intervento impossibile da fare in quegli spazi: avrebbero dovuto trasferire tutto altrove. E non aveva senso per Sonia e Luca (entrato dopo il matrimonio nella gestione) fare un’operazione del genere a due anni e mezzo dalla pensione. Anche perché le figlie Debora e Gaia da sole non ce l’avrebbero fatta comunque a portare avanti l’attività. Da qui la dolorosa scelta di fermarsi al 31 dicembre.

NESSUN FORNO A FRASSINORO

Così ha chiuso l’ultimo forno rimasto nel comune, dopo lo stop di quello di Frassinoro e quello di Piandelagotti: un intero comunque rimasto senza un forno. Ora bisognerà portare il pane da Farneta o Montefiorino. «Le leggi europee fatte per le grandi realtà stanno uccidendo i piccoli artigiani in Italia – commenta amara Sonia – e così uccidono la parte più bella dell’Italia».

LA CENA DI RINGRAZIAMENTO

Al di là dell’amarezza però c’è la sorpresa: sabato sera c’erano più di cento persone (Sassatella ha 60 residenti d’inverno) ai tavoli per dire grazie a Sonia e Luca per il servizio indispensabile che hanno dato al paese per 43 anni, con un pane straordinario.

Cose che succedono ancora solo in montagna: per loro applausi, torta, targa, persino una filastrocca fatta dalla parrucchiera. E la toccante proiezione di un filmino con le immagini dall’inizio dell’avventura alla fine. «Sono stati stupendi, ci hanno commosso – sottolinea Sonia – siamo noi che ringraziamo di cuore. Se ci hanno salutato così, vuol dire che qualcosa di buono l’abbiamo fatto nella vita. Ed è quello che conta».