Gazzetta di Modena

Modena

Sicurezza

Modena, il “boss della Pomposa” terrore dei negozianti

Giovanni Balugani
Modena, il “boss della Pomposa” terrore dei negozianti

È un 27enne tunisino che spadroneggia anche in autostazione. Sabato notte ha creato il panico, minacciando clienti e titolari

15 gennaio 2024
4 MINUTI DI LETTURA





Lo chiamano il capo di zona o boss della Pomposa.

L’ABBIGLIAMENTO

Tuta. Di solito bianca. Un borsello a tracolla e scarpe da ginnastica. Cappellino in testa. Si agita, urla, sbraita e infine infila una mano nel cestino pubblico dei rifiuti, ci entra quasi con tutto il braccio, cerca qualcosa.

I LANCI DI BOTTIGLIE

Una bottiglia di vetro vuota, la brandisce e poi la lancia a circa cinque o sei metri di distanza, facendola frantumare contro la vetrina di un negozio. Siamo in via del Voltone, è incurante dei passanti, non gli interessa.

Pesca di nuovo dalla spazzatura, altra bottiglia, altro lancio e di nuovo il frastuono dei vetri che si schiantano contro il muro. Le schegge volano addosso ad alcuni ragazzi che si girano per capire cosa stia succedendo. La strada è cosparsa non solo dei rifiuti, ma anche degli altri danni che si è lasciato alle spalle.

I DANNI

Poco prima aveva preso un’insegna metallica, di quelle che i negozianti lasciano davanti all’ingresso. L’aveva alzata al cielo e poi scaraventata in terra, distruggendola. Il tutto sotto gli occhi del titolare dell’attività, reo di non voler sottostare alle volontà e ai desideri di questo Ras del quartiere (e non ce ne voglia Diego Abatantuono). Anche perché di divertente per chi assiste alla scena non c’è nulla.

IL COLTELLO E LE PIETRE

«Ha 27 anni, è tunisino e qui lo chiamano tutti il “capo di zona”», racconta un altro esercente che per paura di ritorsioni non vuole comparire. Perché il boss della Pomposa di vista lo conoscono tutti. Si aggira, quasi sempre ubriaco, nel quartiere centralissimo circondato da un gruppetto di connazionali più giovani, forse minorenni, che lo seguono come discepoli, instradati sulla stessa via. Il coltello è quasi sempre in tasca e non si schernisce a esibirlo per minacciare.

Ma vanno bene anche le pietre. Ne ha usata una la settimana scorsa, quando ha creato il panico alla stazione delle corriere. È arrivato in bicicletta, il suo mezzo preferito, ha preso a inveire contro i passeggeri che attendevano l’autobus.

ARRIVA LA POLIZIA

Qualcuno si è spaventato e ha chiamato la polizia. Di agenti ne sono arrivati otto (sì, otto avete letto bene, ndr), lo hanno calmato. Poi i poliziotti se ne sono andati, la città ha bisogno del loro lavoro altrove.

Allora il boss ha pensato bene di vendicarsi, forse indispettito che qualcuno avesse chiesto l’intervento delle forze dell’ordine. È entrato in stazione gridando “Adesso vi faccio vedere io”, “Italia di merda”. Ancora una volta alcuni si sono prodigati per calmarlo, di tutta risposta ha preso in mano un sanpietrino minacciando di morte una delle addette della biglietteria e anche il titolare della tabaccheria. Un controllore di Seta si è preso una birra in faccia, l’anziana madre del titolare della tabaccheria è stata terrorizzata. E ancora altri agenti sono dovuti accorrere. Ha scagliato calci e pugni, portato in questura è stato denunciato.

LA DENUNCIA STRAPPATA

Il boss, tuttavia, non si è fermato ed è tornato alla stazione per mostrare i fogli della denuncia alla bigliettaia e glieli ha strappati davanti. E non crediamo su consiglio dell’avvocato. È uno che si lega le cose al dito, è un tipo permaloso.

“L’OPEN BAR”

È successo ad esempio che entrando nel market di via del Voltone pretendesse a più riprese di servirsi come in un open bar: varcare la soglia, aprire il frigorifero, prendersi una birra e uscire senza pagare. E quando il titolare ha cercato di fermarlo, il boss ha preso le sue contromisure.

RITORSIONI

Ha effettuato alcune chiamate anonime alla polizia denunciando come dentro al market si spacciasse droga. Notizia del tutto infondata, ma un’azione da stalker che, come sempre, ha accompagnato a minacce di morte più o meno velate, senza contare i vandalismi già perpetrati.

UN VOLTO NOTO

La polizia e i carabinieri lo conoscono ancora meglio di chi vive e lavora in zona, ma come già successo nei giorni scorsi non hanno ancora avuto l’opportunità di fermarlo, se non per una denuncia a piede libero. E lui dopo poche ore è di nuovo in giro. Facendo le solite cose. Almeno il Ras di Abatantuono faceva ridere, questo capetto no.