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Il saluto

Monaci benedettini, ultima messa in San Pietro a Modena: «Un pezzo di storia che se ne va»

di Paola Ducci
Monaci benedettini, ultima messa in San Pietro a Modena: «Un pezzo di storia che se ne va»

Tra i fedeli lacrime e amarezza per la chiusura del monastero. Dom Fabio: «Accetto con rammarico»

15 gennaio 2024
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MODENA. In una chiesa gremita e con una cerimonia solenne presieduta dall’abate del monastero di San Giacomo Maggiore di Pontida (sotto la cui giurisdizione è passato il monastero di San Pietro da aprile dello scorso anno) dom Giordano Rota, si è ufficialmente conclusa la presenza secolare dei monaci benedettini presso il monastero di San Pietro in città.

«Una grave perdita e un pezzo di storia importante e fondamentale della nostra città che se ne va», hanno affermato alcuni parrocchiani con le lacrime agli occhi.

La dipartita dei monaci, molto discussa in città e contrastata con ogni mezzo dai fedeli nei mesi scorsi, ufficialmente è stata decisa dall’Ordine a causa del netto calo delle vocazioni che ha portato a veder ridurre sempre più la presenza di monaci in San Pietro, fino ad arrivare agli attuali unici due presenti: dom Stefano De Pascalis, l’ex priore che sarà trasferito in un altro monastero in Italia e dom Fabio Brancolini la cui destinazione è già stata stabilità e sarà il monastero bergamasco di Pontida.

IL SALUTO DEI MONACI

Ed è stato proprio dom Fabio ad aprire ieri la cerimonia con un lungo e sentito saluto alla comunità che non ha celato la sofferenza del monaco di lasciare la sua città, il luogo che lo ha accolto fin dalla sua entrata nell’ordine benedettino: «Vorrei menzionare i nomi di tutti coloro che ci sono stati vicino in questi anni».

Dom Fabio, poi, a fine funzione, salutando con grandi abbracci i fedeli in sagrestia, non ha scordato di ricordare i vecchi padri definiti «le colonne portanti della comunità benedettina modenese» come dom Gregorio Colosio, dom Mauro e dom Giuseppe Anelli: «Non li dimenticherò mai e rimarranno sempre nel mio cuore – ha affermato il dom- come nel mio cuore rimarranno tutte le persone nella loro singolarità e diversità. Con tristezza e un po’ di rammarico accetto questa decisione dei superiori cercando però di leggerci sempre la volontà di Dio».

LE PAROLE DELL’ABATE E DEL VESCOVO

Ad accompagnare, con dolcezza, la dipartita dei monaci anche le parole dellabate Rota durante l’omelia: «Per me e per i confratelli di Modena questo è un momento particolare in cui rendiamo grazie al Signore per tutti i tempi vissuti qui a Modena. Come ordine non saremo più presenti a Modena ma come dom continueremo a pregare per voi ricordando, uno per uno, tutti i vostri volti. A voi chiediamo di continuare a frequentare questo luogo, non interrompendo nessuna attività parrocchiale, per continuare ad essere testimoni di Dio».

Importanti parole di ringraziamento sono arrivate anche dalla missiva del vescovo don Erio Castellucci, letta a fine funzione dall’abate Rota: «Ringrazio i padri e tutti i monaci per il bene compiuto a Modena così come tutti i parrocchiani di San Pietro che si sono sempre prodigati per il bene della comunità. Auspico che insieme al parroco continuino ad impegnarsi per la diffusione del vangelo sul territorio valorizzando il bene compiuto fino ad ora e rimanendo aperti ai futuri sviluppi».

Con vena decisamente più polemica, soprattutto nelle preghiere dei fedeli e a fine funzione, sono state invece le parole dei parrocchiani che hanno esplicitamente chiesto che «l’addio ai padri benedettini di oggi (ieri, ndr) sia in realtà solo un arrivederci!».

IL CASO DELL’EREDITÀ

Va ricordato che la decisione di interrompere la presenza dei padri dell’Ordine di San Benedetto in città, fortemente contrastata dai parrocchiani, era avvenuta dopo le vicende che avevano visto coinvolto l’allora priore dom Stefano De Pascalis in una vicenda giudiziaria intentata dalla Curia di Modena che recriminava il fatto che il priore avesse investito in un trust dei benedettini a suo nome un cospicuo lascito di una donazione che invece era indirizzato alla parrocchia.

La vicenda giudiziaria si era comunque risolta con un accordo tra le parti senza alcun rinvio a giudizio: i benedettini avevano restituito alla parrocchia di San Pietro (da due anni unita quella di San Francesco) i circa 4 milioni che erano stati spostati nel trust e tutte le querele erano state ritirate.

IL FUTURO

Ma ora che ne sarà del monastero tanto caro ai modenesi? L’abate Giordano Rota, rispondendo a questa domanda che tanti modenesi gli hanno rivolto, ha confermato che proprio in questi giorni è stato avanzato un interessamento ad una ipotetica acquisizione da parte del Ministero dei Beni culturali, «altrimenti l’ipotesi più naturale è che passi alla parrocchia», ha risposto l’abate».