Gazzetta di Modena

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Lo sfregio

Modena, devastano la tomba del bambino per “dare una lezione” al padre

Daniele Montanari
Modena, devastano la tomba del bambino per “dare una lezione” al padre

Lapide divelta, fiori distrutti e poi si filmano mentre vi urinano sopra

17 gennaio 2024
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Il fatto fa davvero rabbrividire: vilipendio della tomba di un bimbo di 4 anni per vendetta contro suo papà.

Non solo danni, ma anche lo sfregio ultimo di urinarci sopra. Il tutto ripreso da loro stessi in una diretta Facebook, per fare soffrire ancora di più il padre. Ma è stata proprio questa a incastrarli.

LO SFREGIO

Protagonisti della spiazzante vicenda due giovani modenesi (di origine rom) di 36 e 46 anni, che hanno compiuto questo gesto il 16 maggio 2020 al cimitero di Collegara (San Damaso).

Verso le 17.30 sono entrati e se la sono presa con la piccola tomba a terra di un bimbo di 4 anni morto il 26 maggio 2018. Hanno distrutto la croce, divelto la lapide e gettato via i fiori che papà e mamma vi avevano lasciato. Poi uno vi ha fatto la pipì sopra mentre l’altro faceva un video. E lo hanno pubblicato in rete con una diretta Facebook irridendo il padre del piccolo, sconvolto da tanta crudeltà.

IL MOVENTE

Perché questo gesto? Secondo quanto riferito dal padre, anche lui di origine rom, perché i due ritenevano che il padre 39enne avesse “fatto la spia” con la polizia informandola del coinvolgimento degli altri in un assalto a un portavalori. Questa la sua “terribile” colpa (che lui comunque ha negato), per cui meritava una punizione esemplare che lo colpisse negli affetti, rinnovando in lui e nella madre lo strazio per la perdita del loro bambino nel 2018.

IN TRIBUNALE

Per quanto ferito, il padre ha avuto lo stesso la lucidità di scaricare tutti i video della diretta Facebook (ne sono stati girati ben tre) ed è andato a fare denuncia. La Procura ha aperto un fascicolo e i due sono finiti a processo per vilipendio di tomba.

Martedì 16 gennaio nel pomeriggio l’ultimo atto: costituitosi parte civile, il padre tramite l’avvocato ha fatto acquisire come fonte di prova al giudice Francesco Cermaria una chiavetta usb con le registrazioni integrali dei video, inequivocabili nell’indicare le responsabilità dei due imputati, che si vantano dell’atto commesso.

Si è svolta quindi la discussione, nell’ambito della quale il pm ha sottolineato come oltre ai video Facebook ci siano anche quelli delle telecamere di videosorveglianza del cimitero a riprendere i soggetti in entrata e uscita in orari pienamente compatibili con la diretta sulla tomba del bimbo. Ha evidenziato la presenza di indizi «gravi, precisi e concordanti» chiedendo quindi al giudice la condanna a un anno e tre mesi di carcere (ben oltre il minimo della pena, che è di sei mesi). La parte civile si associata alla richiesta, evidenziando il fatto che il padre del bimbo ha offerto una testimonianza «chiara e credibile» nel suo racconto dell’accaduto e ha poi riconosciuto senza esitazione i due quali autori del gesto. «In ogni caso, basterebbe il video che loro stessi hanno fatto per avere un’inequivocabile prova delle loro responsabilità» ha sottolineato, associandosi alla richiesta di condanna e presentando anche conclusioni scritte.

LA SENTENZA

Cermaria alla fine ha condiviso, sancendo per i due (non presenti) la condanna a un anno e tre mesi di carcere, come chiesto dal pm, e disponendo un risarcimento immediato di 8mila euro al padre del bimbo per lo sfregio subito. La ferita morale non potrà mai essere cancellata, ma la vittoria processuale è stata su tutta la linea.