Gazzetta di Modena

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Le contro-proposte del gruppo “Villaggio Europa”

Modena, il comitato residenti e la nuova moschea: «Non qui alla Sacca, meglio... allo stadio»

di Gabriele Canovi
Modena, il comitato residenti e la nuova moschea: «Non qui alla Sacca, meglio... allo stadio»

Le alternative proposte dai residenti: San Cataldo, Madonnina e Modena Est

21 gennaio 2024
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Modena. La nuova moschea alla Sacca? «No, un po più in là. Meglio tra via Breda e strada San Cataldo a due passi dal cimitero. Meglio nel quartiere Madonnina, di fianco alla polisportiva o tra strada Minutara e via Divisione Acqui, lì dove hanno sede le piscine Pergolesi. O ancora, di fianco allo stadio Braglia». Quattro proposte alternative – che faranno discutere – rispetto al progetto di trasferire la mosche nell’area dell’ex Pro Latte.

A presentarle è il comitato “Villaggio Europa”, gruppo di residenti della Sacca che già da tempo si sono opposti alla rivoluzione prevista dal progetto di ampliamento del colosso Cpc. L’azienda di via delle Suore si appresta a realizzare un progetto di vaste proporzioni, inteso ad ampliare lo stabilimento e la propria capacità produttiva. Come? Attraverso una ristrutturazione urbanistica del quadrilatero attraversato da via Suore, e compreso fra la sede di Seta, quella di Hera, viale Cialdini e via del Tirassegno.

Le contro-proposte

Partiamo da quella che si candida a diventare la più dibattuta, per evidenti motivi di viabilità: portare la moschea vicino allo stadio. Nelle giornate in cui il Modena calcio gioca in casa il rischio è che il traffico diventi ancora più intasato. Il Comitato suggerisce l’area «tra via Padre Candido e viale Montecuccoli. Siamo tra la Sacca e il quartiere 1 e risulta comoda all’arrivo in bici, in auto, autobus e a piedi. C’è tutto il posto perché il parcheggio di pertinenza della moschea venga realizzato lì».

Per la seconda idea bisogna spostarsi di pochi chilometri: «L’area individuata è quella delle piscine Pergolesi – spiegano – per essere più precisi tra strada Minutara e via Divisione Acqui. La dotazione di parcheggi già disponibili è ampia e la moschea sarebbe lontano dalla residenza, ma con ottima accessibilità». La terza opzione punta sul quartiere Madonnina. «Di fianco alla polisportiva, tra via Don Fiorenzi e la diagonale, quindi ex ferrovia – sottolineano – Qui c’è la “diagonale verde”, utile quindi per gli spostamenti in bicicletta e il luogo individuato è adiacente al Villaggio Artigiano dove ci sono molte aziende e poche residenze».

Infine, San Cataldo: «È una zona molto vicina alla precedente area e quindi anche al quartiere Sacca – dicono dal Villaggio Europa – È presente un grande parcheggio, quello del cimitero di San Cataldo, già in dotazione che risponderebbe alle esigenze della comunità islamica. Anche quest’area sarebbe vicino alla “diagonale verde”, utile per gli spostamenti in bicicletta, e allo stesso tempo non ha un importante comparto residenziale nei pressi, seppure risulterebbe ben integrato nella città».

Le motivazioni

Il Comitato ci tiene a specificare che «la richiesta di riconsiderare la localizzazione della moschea nasce unicamente dalla necessità di preservare e migliorare lo spazio urbano per il benessere di tutti i cittadini. È importante chiarire che la nostra preoccupazione riguarda l’impatto ambientale e urbanistico di qualsiasi grande costruzione in questa zona, indipendentemente dalla sua natura. La nostra priorità è garantire che lo sviluppo urbano avvenga in modo sostenibile e in armonia con le esigenze di tutti gli abitanti del quartiere».

Secondo i residenti la scelta di localizzare la nuova moschea alla Sacca «contrasta con la fondamentale necessità di adeguare la dotazione di verde pubblico e attrezzato dell’intera zona» perché ritengono indispensabile «un progetto di riqualificazione complessiva, che parta dall’analisi dei bisogni e dal riconoscimento dei diritti dei residenti, a partire da un’adeguata dotazione di servizi di vicinato e verde pubblico, non inferiore a quanto gode il resto della città. La qualità del luogo – incalzano – peraltro non è certo consona ad un centro di culto, adiacente com’è ai diecimila metri quadrati di asfalto su cui sosteranno e si muoveranno cinquecento tir al giorno, in ingresso e in uscita dal centro logistico Conad».

Si diceva di viabilità. Ecco, per il Comitato «il luogo di culto crea disagio in termini di traffico, non solo al venerdì. L’eventuale trasloco della moschea all’interno di un quartiere residenziale non farà altro che spostare il problema attuale all’interno del tessuto urbano, con strade a carreggiata più ridotta e molte più abitazioni che subiranno l’aumento del rumore, smog e traffico». Ora la palla passa alla politica, a cui il Comitato si rivolge direttamente auspicando che «i candidati sindaco si esprimano sul futuro urbanistico di questa parte di città».