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La crisi “morde”, a Modena è boom di liquidazioni giudiziali: i nomi delle aziende chiuse dal tribunale nel 2023

di Giovanni Medici
La crisi “morde”, a Modena è boom di liquidazioni giudiziali: i nomi delle aziende chiuse dal tribunale nel 2023

Nell’ultimo anno sono state 112 contro le 27 (più 64 fallimenti) del 2022. Con il nuovo Codice, Modena è una delle sole tre città italiane, insieme a Genova e Napoli, a non avere aperto alcuna “vecchia” procedura di fallimento

22 gennaio 2024
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MODENA. Negli Stati Uniti il Chapter 11 è la principale norma fallimentare e consente alle imprese (ma in realtà anche ai privati cittadini) una ristrutturazione a seguito della dichiarazione di fallimento. Viene quindi impostato un piano che alla fine del percorso dovrebbe risanare la situazione approvato dal giudice.

La normativa in vigore in Italia da poco più di un anno in questo campo segue un poco questa visione anglosassone, ovvero non solo punitiva. Forse a causa della nostra cultura imprenditoriale molte società non corrono però per tempo ai ripari. E così si arriva al fallimento, o meglio alla liquidazione giudiziale.

I NOMI DELLE 112 AZIENDE IN LIQUIDAZIONE GIUDIZIALE NEL 2023

A Modena nel 2023 queste ultime sono state 112. Secondo il Portale Fallimenti nessuna di queste è stata ancora chiusa alla data di ieri. Nei primi quindici giorni di quest’anno se ne sono aggiunte poi altre tre.

Se guardiamo invece al 2022 notiamo subito che dalla somma dei 64 fallimenti e delle 27 liquidazioni giudiziali dichiarate si arriva ad un totale di 91 (ad essi vanno aggiunti così come per l’anno scorso una decina di Procedimenti unitari o Concordati preventivi in continuità aziendale).

Va da sé dunque che un aumento c’è stato.

A Reggio Emilia ad esempio negli ultimi dodici mesi le liquidazioni giudiziali sono state in tutto poco più di settanta (alle quali vanno aggiunti anche due fallimenti).

IL PARERE DELL’ESPERTO

«Ma va tenuta in considerazione la dimensione del nostro tessuto produttivo – spiega Giorgio Guandalini, dottore commercialista e Revisore dei conti con studio in città – quando si fanno certi confronti. Poi è necessario vedere da quanto tempo queste procedure sono state avviate. Devo dire che la sezione fallimentare del nostro Tribunale si sta muovendo bene a mio parere, in modo virtuoso. I giudici sono severi ma veloci, cercano, se non ci sono grosse problematiche, di chiudere in fretta, ovviamente facendo emergere le responsabilità se ce ne sono a carico degli amministratori».

E che non sono solo penali e civili nei confronti di dipendenti o creditori ma anche “morali” visto che ogni chiusura porta con sé anche strascichi sociali più o meno grandi.

La normativa contenuta nel nuovo Codice della Crisi d’impresa e dell’Insolvenza (Ccii) secondo Guandalini «è stata un toccasana» che può non solo velocizzare le pratiche, ovviamente nel rispetto delle peculiarità dei singoli casi che possono essere anche particolarmente complessi, ma pure rendere più efficiente la macchina della giustizia senza intasarla.

«I nostri giudici, e i dati lo dimostrano, credono a questa nuova legislazione; forse in altri Tribunali sono ancora spaventati dalla novità e preferiscono attenersi alle vecchie norme – prosegue Guandalini – Va detto che sono ancora tanti i cosiddetti fallimenti in proprio, che vedono imprese magari di piccole dimensioni chiudere i battenti lasciando debiti in giro e cartelle di Equitalia da pagare. Il tutto senza usare le leggi che ci sono».

Il riferimento può essere quello, ad esempio alla Composizione negoziata della Crisi, che consente all’imprenditore che si trova in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario di perseguire il risanamento dell’impresa con il supporto di un esperto indipendente, che agevoli le trattative con i creditori e altri soggetti interessati.

L’anno scorso sono state comunque aperte 29 di queste procedure dal Tribunale di Modena (e nessuna chiusa), diverse di queste intestate a persone fisiche; esattamente il doppio (erano 15) di quelle aperte nel 2022.

LE PROCEDURE ATTIVE

Scorrendo l’elenco che trovate in queste pagine tra le aziende per le quali il Tribunale di Modena ha aperto una procedura di liquidazione giudiziale c’è una società sportiva di Sassuolo, un bar che fino a qualche mese fa serviva i suoi clienti in una zona centralissima di Modena, un’azienda che sempre fino a pochi mesi fa si occupava di commercializzare Aceto Balsamico (e che ha messo così in vendita anche le botti contenenti il pregiato ‘oro nero’).

E poi la Ceramica Daytona di Solignano, un pastificio, diverse imprese del tessile-abbigliamento e dell’edilizia.

Ci sono la Galvan Tubi di Modena e la Granulati Donnini di San Damaso, di cui abbiamo scritto anche recentemente su queste colonne.

E ancora una società operante nel settore dei funghi coltivati e uno studio di ingegneria ed architettura. L’ultima liquidazione giudiziale dell’anno scorso, la numero 112, è stata dichiarata il 28 dicembre, e riguarda la Applifer srl di Soliera.

Il Portale Fallimenti indica in 2.352 (di cui 370 aperti e 1.982 chiusi) il numero dei procedimenti in esso presenti ed emessi dal nostro Tribunale.

Nel 2017, tanto per dare un termine di paragone, sono stati aperti 181 fascicoli e di questi 26 non hanno ancora visto il traguardo finale.

Ma sono ancora aperti anche sei fallimenti dichiarati nel 2010 (quando sono stati 132 in tutto) e due nel 2006, uno dei quali per una ditta della zona industriale di Modena Est.

Andando ancora più indietro si fa notare infine una procedura fallimentare per la quale non è stato ancora possibile scrivere la parola fine addirittura dal 23 maggio del 2000 ad oggi. C’era ancora la lira… 

PROCEDURE DI FALLIMENTO A QUOTA ZERO NEL 2023

Dopo l’entrata in vigore nell’autunno 2022 del nuovo Codice della Crisi d’impresa e dell’Insolvenza (Ccii) Modena è una delle sole tre città italiane (le altre sono Genova e Napoli) a non avere aperto alcuna procedura di fallimento l’anno passato.

Di fatto si sta andando al progressivo abbandono delle “vecchie” procedure fallimentari in favore delle liquidazioni giudiziali ma, almeno a livello nazionale, non sembrano diminuiti i volumi di procedure aperte in relazione ad aziende in crisi o comunque in gravi difficoltà.

Il dato emerge dalla rilevazione di Cherry Sea, l’osservatorio realizzato dalla start-up Cherry srl, che ha analizzato in primis l’andamento delle procedure nelle sezioni fallimentari dei 20 principali tribunali italiani (tra cui c’è Modena) sui 140 totali.

Modena aveva già fatto recentemente segnare buoni risultati nel “taglio” degli arretrati (il tasso di produttività a fine 2022 è stato del 328%, con oltre tre procedimenti chiusi per uno aperto dunque), ma la situazione era ancora migliorata nei mesi scorsi visto che le procedure fallimentari pendenti al tribunale della nostra città erano a fine agosto del 2023 secondo Cherry Sea appena 434, un record italiano in questa speciale graduatoria.

E in otto mesi lo stock è diminuito del 20% circa visto che a fine 2022 erano ancora 512 i procedimenti pendenti.

Per quanto riguarda il tempo necessario per smaltire i procedimenti pendenti a fine 2022 erano invece necessari a livello nazionale mediamente 4,3 anni per smaltire l’arretrato cumulato nei venti tribunali principali presi in esame.

Al primo posto per velocità si è confermato sempre a fine 2022 il tribunale di Bergamo (2,2 anni); subito dopo però ecco Modena (2,4 anni) e Milano (2,7 anni). Nel 2023 in tutta Italia sono state aperte un totale di 7.737 nuove procedure, composte da 432 fallimenti e 7.305 liquidazioni giudiziali, in aumento del 26% rispetto al 2022 (6.158 soli fallimenti). Il Palazzo di Giustizia di Roma ha un carico di lavoro talmente alto accumulato negli anni precedenti che nei primi due quadrimestri del 2023 si è trovato nella condizione di dover aprire ancora procedure fallimentari quali strascichi dell’anno 2022.

Ai 112 procedimenti di liquidazione giudiziale aperti dalla sezione fallimentare del nostro Tribunale l’anno passato vanno comunque aggiunti altri 10 fascicoli (una possibilità aggiuntiva prevista sempre dal nuovo Codice): si tratta di Procedimenti unitari o Concordati preventivi in continuità aziendale.

In quest’ultimo caso il più importante tra quelli del 2023 è certamente quello che ha riguardato Antress Industry spa, ovvero l’azienda che produce il marchio d’abbigliamento carpigiano Manila Grace, che proprio nei giorni scorsi è stato acquisito da un gruppo campano.