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Modena, l'allarme: «Continui guasti al riscaldamento Il Tortellante rischia di chiudere»

Modena, l'allarme: «Continui guasti al riscaldamento Il Tortellante rischia di chiudere»<br type="_moz" />

Giangrande del direttivo dell'associazione: «Nonne volontarie e ragazzi al freddo, adesso basta»

24 gennaio 2024
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Modena Dai caldi applausi del Quirinale al freddo insopportabile di Modena.Il Tortellante rappresenta un’eccellenza nazionale per le attività che vedono protagonisti ragazzi diversamente abili.
Un’eccellenza apprezzata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che dalla sede di via Ciro Menotti lancia ora un appello: «Aiutateci o saremo costretti a interrompere le nostre attività».

L'APPELLO
L’appello è firmato dal direttivo dell’associazione. Francesco Giangrande, componente del direttivo dell’associazione, ricostruisce le tappe della vicenda. «Ci sono problemi strutturali che vanno risolti in modo definitivo – esordisce Giangrande – Sono inutili gli interventi tampone dei tecnici, sperando nella clemenza delle intemperie. Dallo scorso 8 gennaio in poi l’impianto è più spento che in funzione. Lunedì mattina s’è fermato e siamo stati al freddo, ieri mattina sono venuti i tecnici e ancora non sappiamo se il problema sia stato risolto».
Quaranta i giovani con autismo – supportati da nonne e nonni volontari – partecipanti al laboratorio di pasta fresca. «Ci preoccupa il fatto che, in caso di persistenza dei problemi all'impianto, potremmo essere costretti a interrompere le attività del laboratorio e della bottega – il timore espresso nella nota del direttivo – Una chiusura anche temporanea avrebbe conseguenze negative sia in termini di perdita di giorni di produzione, sia per l'interruzione dei programmi di cura e abilitazione condotti dallo staff scientifico durante le ore di attività dei ragazzi».

AL FREDDO
Il timore è confermato e rafforzato dal componente del direttivo. «Quando il riscaldamento non funziona, molte nonne volontarie tornano a casa – sottolinea – D’altra parte, non possiamo tenere i nostri ragazzi al freddo. Se non risolvono il problema, ci dobbiamo fermare. È un problema in termini produttivi e anche sanitari: si rischia di interrompere le terapie dei ragazzi. Paghiamo il diritto di superficie e le spese per avere un servizio non efficiente. Ormai da cinque anni siamo al freddo d’inverno e al caldo d’estate».