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La paura

Rovereto, il giorno dopo la paurosa esplosione: «Raccolta di beni per gli sfollati»

di Gabriele Canovi
Rovereto, il giorno dopo la paurosa esplosione: «Raccolta di beni per gli sfollati»<br type="_moz" />

Le comunità di Rovereto e Novi si mobilitano per dare un aiuto alle famiglie

24 gennaio 2024
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Novi Il giorno dopo, le macerie sono ancora tutte lì. Sia in via Marri, dove lunedì all’alba è esplosa la palazzina al civico 16, che nelle strade vicine: sono ovunque. Calcinacci, pezzi di finestre distrutte e cemento. E poi l’odore, di bruciato e gas. È inconfondibile e si sente a centinaia di metri di distanza. Ma nelle orecchie di tutti riecheggia ancora quello scoppio. «Un missile», per alcuni. «Un terremoto», secondo altri. «L’esplosione del vicino bancomat per una rapina», stando ad altri ancora. Paura, invece, per tutti.

IL GIORNO DOPO
Il giorno dopo è anche la voglia di una piccola comunità – quella di Rovereto sulla Secchia, frazione di Novi – di dare una mano, riscoprendosi improvvisamente grande. La comunità non è restata immobile, e anzi ha deciso di scendere in campo per aiutare una famiglia che ha visto la propria casa crollare e distruggersi per metà. Un gruppo formato da alcune donne del paese (mamme dei figli nelle scuole del paese) sta infatti organizzando una raccolta di vestiti, materiali e altri beni di prima necessità per tendere una mano concreta alla famiglia colpita dalla tremenda esplosione.

Nel pomeriggio di ieri è stata creata una chat apposita in cui «riunire tutte le richieste e fare una conta dei possibili aiuti». Il motivo è abbastanza chiaro. Insieme a parte dell’abitazione, in quel pauroso boato e in quelle alte fiamme, se n’è andata anche una larga fetta degli effetti personali di chi lì, al civico 16 di via Marri, ci abitava. E quindi il bisogno di aiuti è reale. Ci sono giocattoli andati distrutti, mobili irrecuperabili e vestiti quasi ridotti a cenere: dalla soffitta, per esempio, spuntano ancora alcune biciclette; mentre un’altra è tra le macerie, distrutta, nel punto esatto in cui fino a 48 ore fa sorgeva il garage.

SOLIDARIETA'
Questo bisogno l’hanno capito subito anche i diversi cittadini che tra ieri mattina e ieri pomeriggio sono arrivati in via Marri, fermandosi inevitabilmente davanti alla palazzina semidistrutta. Tutti col naso all’insù, a guardare quel vuoto creato dall’esplosione. Tutti scuri in volto, con il dolore negli occhi, ma consci di essere davanti a un miracolo, vista la conta dei feriti e la loro entità.

C’è chi arriva da Carpi, chi addirittura da Soliera e chi invece abita a poche decine di metri da lì. Come ad esempio un uomo di origine straniera che abita proprio dietro via Marri insieme alla moglie e ai cinque figli: «Non ho dormito neanche ieri notte – racconta l’uomo – d’altronde, con cinque ragazzi come faccio? La piccola si è anche ferita dopo l’esplosione, a causa di un pezzo di vetro della finestra che si è staccato procurandole un piccolo taglietto sulla gamba. Per fortuna nulla di che, ma quando sono scoppiate le finestre abbiamo temuto il peggio. Stavamo tutti dormendo – conclude – e a un certo punto ho sentito il letto muoversi, si è letteralmente alzato dal pavimento di una decina di centimetri».

LO SPAVENTO
Il paese, per un attimo, ha rivisto i fantasmi del 2012 e quelle terribili nottate in cui si correva in strada per scampare al sisma senza un luogo in cui andare a dormire. Ci sono poi auto distrutte e anche le abitazioni vicine portano i segni dell’esplosione, tangibile addirittura lungo le vie Modena e Chiesa Sud, dove anche alcune attività commerciali – il fioraio, la Coop all’incrocio e la sede della Cgil – hanno subito danni. Quelli più ingenti, ovviamente, riguardano nello specifico la casa della famiglia da cui è partita l’esplosione. Resta la risposta di una comunità che non ha atteso un secondo per mobilitarsi e scendere in campo per dare una mano. Una mano tangibile. E una raccolta di materiali – vestiti in primis, ma anche altri beni di necessità – è sicuramente concreta.