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Il caso di Castelvetro, il dirigente squalificato: «Pugno all’avversario? Sono intenzionato a querelare l’arbitro»

di Giacomo Molteni
Il caso di Castelvetro, il dirigente squalificato: «Pugno all’avversario? Sono intenzionato a querelare l’arbitro»<br type="_moz" />

Il raccondo: «Nessuna aggressione da parte mia, farò reclamo»

25 gennaio 2024
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Castelvetro Enrico Crepaldi non ci sta. E passa al contrattacco. Supportato dal padre Alberto, il giovanissimo (21enne) membro dello staff tecnico della formazione Juniores Elite della società calcistica Terre di Castelli, squalificato dal Giudice Sportivo per sette mesi con l’accusa di aver colpito con un pugno un giocatore della Sanmichelese al termine dell’ultima partita di campionato giocata allo stadio “Venturelli” di Castelvetro, ha la sua versione da raccontare.

Ossia quella di una reazione verbale aggressiva di fronte a uno sfottò del ragazzo della Sanmichelese (che aveva vinto la gara), ma senza alcun contatto fisico. Così come, peraltro, aveva sostanzialmente spiegato il direttore sportivo della juniores della Sanmichelese, Cavallini, ossia colui che aveva “denunciato” il caso.

LA VICENDA
«La vicenda – parla Crepaldi padre a nome anche di Enrico – è stata ricostruita anche con il contributo della stessa Sanmichelese, che ringraziamo, ed è stato appurato che l’unico pugno è stato sferrato da un giocatore del Terre di Castelli che non aveva partecipato alla partita (individuato e sospeso dalla sua società, nds), non ce ne sono stati altri. A questo punto, siamo intenzionati a compiere due passi. Il primo è il preannuncio di reclamo alla Corte Sportiva d’Appello contro il referto arbitrale. Un reclamo che mio figlio presenta in autonomia, cioè come singolo tesserato, non tramite la sua società. Il motivo è il fatto che in quest’ultimo caso, da regolamento, Enrico non potrebbe essere ascoltato, come invece vogliamo. La seconda è, purtroppo, una presentazione di querela per falso contro l’arbitro: per causa sua il nome di mio figlio è stato reso pubblico, uscendo sui giornali, per fatti al di fuori dell’ambito sportivo, ed è doveroso che egli tuteli la sua immagine».

GIUSTIZIA SPORTIVA
Riguardo il ricorso alla giustizia sportiva, che ha tempi assai più agili di quella ordinaria, Enrico Crepaldi dovrebbe presentare come testimoni a suo favore alcuni ragazzi della sua squadra ma anche lo stesso d.s. della Sanmichelese, Cavallini, che era presente alla scena (mentre l’arbitro, così sembra, è arrivato quando la vittima del pugno era già stata colpita).

Confermata la posizione della Terre di Castelli: Crepaldi è al momento sospeso dall’attività sino a fine stagione così come il giocatore acclarato autore del pugno, ma con la possibilità di rivedere tale posizione qualora dal secondo grado della giustizia sportiva arrivino conclusioni diverse rispetto alla prima sentenza. l