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Emergenza freddo, il lavoro delle unità di strada a Modena

di Carlotta Fornaciari
Emergenza freddo, il lavoro delle unità di strada a Modena<br type="_moz" />

Sono una trentina le persone che vivono ai margini

27 gennaio 2024
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MODENA. «Ciao Mohamed, stai dormendo? Hai fame?». «Buonasera Ovidio, come va? Abbiamo per te una focaccia, vuoi anche del tè caldo?». Oppure, «Ciao Antonio, come stai? Hai bisogno di qualcosa?». E ancora, «Ciao Khalid, dormi? Hai freddo la notte? Ti serve un’altra coperta?».

Prima un saluto affettuoso, qualche parola gentile, poi dall’ambulanza escono i volontari con coperte pulite, cibo, bevande calde, acqua… tutto quello di cui c’è bisogno, tutto quello che i bisognosi, a cui fanno visita quotidianamente, chiedono.

I VOLONTARI

È così che, ogni sera, i volontari del servizio “Emergenza Freddo” salutano le persone senza dimora, prima di controllare il loro stato di salute e di offrire loro l’aiuto di cui hanno bisogno.

Stiamo parlando di Croce Rossa e Croce Blu, ma anche della Protezione Civile, Porta Aperta e di Agesci: si segue un calendario preciso, vengono stabiliti i turni, ogni sera alle persone senza dimora sono garantiti cibo e acqua, qualcosa con cui scaldarsi, e scaldare anche il cuore con parole gentili.

Ancor prima dei beni di prima necessità, si controlla lo stato di salute: in caso qualcuno sia in pericolo, immediatamente viene attivato il 118, o, per i minori, la polizia e il “Pronto Soccorso Sociale”.

IL PERCORSO

Alle 20 l’Unità di Strada parte, è previsto un percorso di una quindicina di tappe. Prima di novembre si parlava di oltre trenta persone: dall’apertura dei nuovi alloggi il servizio si è ridotto a quindici.

Finché il giro non finisce, l’ambulanza non rientra: sarà un caso, ma ad ogni tappa, ad accoglierla, prima di tutto c’è un sorriso. Mohamed, sulla quarantina, che vive in macchina da ormai quaranta giorni e lavora, ne è la dimostrazione: vede i volontari in lontananza, si mette a bordo strada e li accoglie salutando, gli occhi e la bocca gli sorridono. «Ciao Mohamed, come va? Stasera abbiamo tutto quello che vuoi, cibo, coperte: siamo armati fino ai denti» ironizzano, poi gli consegnano un sacco a pelo, del the caldo zuccherato e un pezzo di pizza.

Prima di rassegnarsi a un paio di coperte nell’abitacolo della macchina in via del Mercato, Mohamed ha alloggiato a Vignola per sedici anni: «Eravamo troppe persone in ogni camera, la convivenza iniziava a diventare un problema. Ora ho bisogno di trovare a Modena un posto dove dormire, ancora non ci sono riuscito».

Prima di salutarlo, un paio di indicazioni sul centro di accoglienza più vicino, e i volontari ripartono verso la tappa successiva.

In corso Duomo c’è qualcun altro ad aspettarli su una panchina: Ovidio diversamente ha una dimora, ma dalla prima volta che la Croce Rossa l’ha incontrato seduto sulla panchina, ogni sera è un appuntamento fisso, ogni sera scambiarsi un saluto è diventato indispensabile. Sempre ogni sera, ringrazia i volontari e si aspetta di rivederli il giorno dopo: «Grazie! Vi aspetto qui, sapete che sono sempre qua».

Le tappe successive si snodano tra il centro storico e i quartieri limitrofi: Canalchiaro, intorno a viale Ciro Menotti, la parrocchia Madonna Pellegrina; poi il Direzionale 70, via Corassori e intorno a Windsor Park. Il giro si conclude in zona Cittadella e cavalcavia Cialdini.

C’è chi si è costruito un giaciglio su misura, con tanto di materasso e coperta. Chi vive in macchina, in roulotte, sotto una tettoia, tra un pilastro di cemento e l’altro, magari proteggendosi dal vento con un lenzuolo.

C’è anche chi dorme per terra, sotto le rampe di scale, o sulle panchine delle fermate per gli autobus. Chi è più “fortunato” gode di un riparo, di qualche coperta in più; c’è chi invece deve fare con quello che ha. I centri di accoglienza non sempre bastano, non sempre sono un’alternativa percorribile: che si tratti di problemi familiari, di problemi economici, di scelta, la strada diventa l’unica alternativa.

LE RICHIESTE

I cittadini e l’Unità di Strada provvedono alle segnalazioni, a indicare chi non ha una dimora e dove si trova: ogni persona con necessità corrisponde a una tappa, nessuno escluso. A costo di ispezionare la zona con le torce laddove abbiano cambiato giaciglio.

Ogni richiesta, secondo i volontari, deve essere esaudita: che si tratti di cibo, coperte, o qualsiasi necessità. Purtroppo, non sempre l’aiuto è gradito: «Via! Via! Non vogliamo niente, andate via!», sono le voci che si levano dall’angolo di un edificio scolastico.

Si rimonta sull’ambulanza, qualcun altro ha bisogno di aiuto. E così giorno dopo giorno, notte dopo notte, per aiutare chi resta ai margini.