Gazzetta di Modena

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La cerimonia

Modena, medaglie a chi disse “no”

Paola Ducci
Modena, medaglie a chi disse “no”

Sono 44 militari modenesi che rifiutarono di combattere con i nazisti: «Riconoscenza per le atrocità vissute nei campi di concentramento»

29 gennaio 2024
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Modena Sono state 44 le Medaglie d’Onore che, domenica mattina nell’aula magna dell’Accademia Militare, sono state consegnate ai familiari dei deportati e internati nei lagher nazisti provenienti dai nostri territori emiliani, in particolare quelli modenesi e reggiani. La medaglie, conferite dal Presidente della Repubblica, sono state consegnate alle famiglie per mano della prefetta Alessandra Camporota e del presidente della Provincia Fabio Braglia, durante una cerimonia commovente a cui hanno partecipato anche tutte le massime cariche istituzionali cittadine.
«Le medaglie che oggi conferiamo ai famigliari – ha spiegato la Prefetta Alessandra Camporota- sono un atto di riconoscenza per le terribili esperienze vissute nei campi di concentramento e del fatto di esserne stati testimoni. Esperienze che loro stessi hanno raccontato quando erano ancora in vita, fatte di orrori, umiliazioni e sacrifici disumani. Le medaglie sono così conferite a 44 figli del nostro territorio -ha aggiunto -che nella pienezza della loro gioventù (il più piccolo aveva solo 19 anni), sono stati strappati alle famiglie e ai loro affetti e deportati nei campi di concentramento, internamento e lavoro della Germania e non solo dove sono stati sfruttati facendoli lavorare in fabbriche e stabilimenti chimici, in cantieri stradali e ferroviari, in campagna e per innumerevoli altri lavori durissimi».
Durante la cerimonia è stata resa disponibile a tutti un’edizione speciale del Notiziario Anmig (Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra) nel quale sono citate tutte le persone che hanno ricevuto l’onorificenza e le loro storie ed è stato proiettato un video in cui sono state raccolte alcune delle testimonianze dirette di quanti fino a poco tempo fa erano ancora in vita. Nelle parole di tutte le autorità non sono mancate riflessioni importanti sul valore «del fare memoria perché solo così si combatte l’indifferenza», dopo 79 anni da quando il 27 gennaio del 1945 furono aperti i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau e il mondo intero aprì gli occhi sulle nefandezze perpetrate dal nazismo. Il 27 gennaio è diventata così una data simbolo quando il Parlamento italiano, con la legge n. 211 del 2000, ha istituito il “Giorno della moria” proprio in tale data. Tra i premiati moltissimi modenesi dell’Appennino che vivevano in particolare nell’area di Palagano. «Le nostre valli hanno visto la presenza di uomini e donne di grande valore che si sono spesi con coraggio per la libertà – ha ricordato il presidente della Provincia Fabio Braglia – pensiamo alla prima Repubblica partigiana di Montefiorino, ai combattimenti che si sono svolti tra i boschi, senza dimenticare le stragi, come quella di Monchio dove sono state uccise 136 persone innocenti ma anche i numerosi deportati nei campi tedeschi perché erano militari attivi che volevano la liberazione dal fascismo».