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Il caso

Modena, studente rischia la sospensione per una intervista alla Gazzetta

Davide Berti e Paola Ducci
Modena, studente rischia la sospensione per una intervista alla Gazzetta

Al Barozzi convocato il consiglio di istituto, il ragazzo si difende con un avvocato.«Aveva presentato la situazione della scuola come rappresentante eletto»

30 gennaio 2024
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Modena La sospensione di 12 giorni non è ancora stata ratificata e, di conseguenza, nemmeno notificata alla famiglia. E speriamo resti una frase infelice di qualcuno. Ma, purtroppo, è quello che sanno tutti al Barozzi, dove uno studente, per la precisione un rappresentante di istituto (particolare non da poco in questa vicenda, ndr) è vittima di un provvedimento disciplinare per aver parlato, udite udite, con la Gazzetta di Modena.

È la sua intervista, rilasciata il 28 novembre e confermata dal diretto interessato, ad aver mandato su tutte le furie la preside Lorella Marchesini. Motivo? In occasione di uno sciopero degli studenti, proclamato per una serie di motivi tutt’oggi confermati dal ragazzo in qualità di rappresentante di istituto, lui stesso ha spiegato la situazione della scuola: «Niente gite all’estero, nessuna possibilità di avere bar o distributori all’interno dell’istituto, mancanza di confronto e comportamento inaccettabile con perquisizioni l’ultimo giorno di scuola per evitare che accadessero disordini».

Fino a pochi giorni fa, in realtà, non era accaduto nulla di formale. Poi, improvvisamente, il 18 gennaio, quasi due mesi dopo, è comparsa sul registro elettronico del ragazzo una nota che conteneva il richiamo all’intervista rilasciata al nostro giornale. E, sette giorni dopo, è arrivata la convocazione del consiglio di istituto, dopo che il consiglio di classe si era rifiutato di prendere provvedimenti disciplinari.

Lo stupore del ragazzo, la rabbia, l’amarezza, anche l’incomprensione per essere finito nell’occhio del ciclone tanto da rendere necessaria la presenza di un avvocato per potersi tutelare. Sentimenti che coinvolgono tutti gli studenti e che sono confermati anche dalla stragrande maggioranza degli insegnanti.

Il legale, Stefano Cavazzuti, ha già presentato ai componenti del consiglio di istituto una memoria di 16 pagine per tutelare il ragazzo dove, punto per punto, si ricostruisce la vicenda ma soprattutto si afferma un diritto fondamentale: «Il ragazzo ha parlato in qualità di rappresentante degli studenti e, quindi, nello svolgimento di una funzione politica che legittima il diritto alla libertà di espressione e di critica».

Ma il ragazzo in questione non è il solo ad essere indicato per un provvedimento disciplinare. Nella memoria difensiva presentata dall’avvocato e oggi sul tavolo di tutti i componenti del consiglio di istituto ci sono passaggi complessi e approfonditi sulle telefonate intercorse tra la vicepresidenza e la mamma del ragazzo, sulla ricostruzione dei fatti, su come le sanzioni disciplinari possano essere comminate. Si legge: «Nel comportamento dello studente che viene riportato nella nota del 18 gennaio non si può certo ravvisare la commissione di reati che violino la dignità o il rispetto della persona come violenza privata e reati sessuali, né reati che integrino una concreta situazione di pericolo per l’incolumità delle persone. Si deve pertanto ritenere illegittima in questo caso l’avocazione al consiglio di istituto del poter disciplinare che, invece, eventualmente, compete al consiglio di classe». Già il 4 dicembre scorso il consiglio di classe aveva espresso parere negativo all’unanimità difendendo da una nota della vicepreside il ragazzo, colpevole secondo lei di aver diffuso una mail di risposta alla richiesta di apertura anticipata dei cancelli. E l’elenco potrebbe continuare.