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Il delitto Neri

Modena, Alice: il Tribunale è inflessibile. «Al processo niente foto e video»

Modena, Alice: il Tribunale è inflessibile. «Al processo niente foto e video»

Il presidente della Corte d’Assise: «Non ricorre un interesse sociale»

31 gennaio 2024
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Modena Niente video e foto in tribunale per il processo dell’omicidio di Alice Neri – trovata carbonizzata nel baule della sua auto il 18 novembre 2022 a Concordia – , che prenderà il via mercoledì 7. Il “no”, inflessibile”, è arrivato dal giudice dottoressa Ester Russo, presidente della Corte d’Assise del tribunale di Modena. La richiesta era stata avanzata dall’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna, l’Associazione stampa dell’Emilia-Romagna e l’Associazione stampa modenese insieme al Comitato di redazione del TgR Rai dell’Emilia-Romagna e a testate giornalistiche modenesi, tra cui la Gazzetta di Modena.

«In segno di collaborazione – così la lettera inviata dai giornalisti – potrebbe essere utile autorizzare le riprese anche solo per i primi cinque minuti in apertura di dibattimento oppure prima dell'avvio vero e proprio dell'udienza riprendendo l’aula prima dell’ingresso della Corte. Riteniamo che queste possano essere soluzioni che non ledono in alcun modo l'interesse delle parti del processo, ma consentono alle testate radiotelevisive, web e ai fotografi di poter raccogliere un minimo di materiale utile a svolgere il proprio lavoro».

Il giudice Russo nella sua risposta cita il codice di procedura penale, per cui l’autorizzazione alle riprese può essere data anche senza il consenso delle parti quando sussiste un interesse sociale particolarmente rilevante alla conoscenza del dibattimento.

«Non ricorre nel caso di specie “un interesse sociale particolarmente rilevante alla conoscenza del dibattimento”, come potrebbe accadere per processi che riguardano ad esempio attentati o delitti di strage che coinvolgano l’interesse della intera nazione», scrive il presidente. Il parere della Corte d’Assise è che «tutti i testimoni e persino i sei giurati popolari che compongono il collegio di Corte di Assise, possano sentirsi turbati, influenzati, condizionati dalla semplice presenza delle videocamere, ovvero possano ad esempio opinare che le riprese siano trasmesse in televisione, con la inevitabile (e disastrosa) conseguenza che il suo buon andamento sia in tal modo irrimediabilmente compromesso».

L’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna, l’Associazione stampa dell’Emilia-Romagna (Aser) e l’Associazione stampa modenese esprimono la propria delusione: «Dispiace constatare che nonostante un numero sempre crescente di femminicidi in Italia, il Tribunale modenese sul processo per l’uccisione di Alice Neri non abbia ravvisato l’esistenza di un interesse sociale particolarmente rilevante alla conoscenza del dibattimento. Dispiace apprendere che ancora oggi si ha il timore che nel lavoro dei giornalisti, il cui compito è informare nella maniera più accurata possibile, vi sia il rischio di influenzare “il sereno e regolare svolgimento dell’udienza o della decisione”. Ricordiamo che in altri processi, in altri Tribunali, si è dato modo agli operatori di fare video e foto, come nel processo per il delitto Saman a Reggio: in quell’occasione le riprese sono state autorizzate con il divieto esplicito di inquadrare le persone che non avevano dato il consenso e senza dare la possibilità di diffondere l’audio delle testimonianze. Indicazioni che sono state rispettate dai colleghi. Quella vicenda, anche grazie al lavoro svolto dalla stampa, ha raggiunto le case di milioni di italiani dando la forza a tante ragazze di ribellarsi a certe imposizioni e a denunciare».